- Titolo: “La fattoria degli animali”.
- Titolo originale: "Animal Farm".
- Autore: George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair;
- Nazionalità Autore: Inglese;
- Data di Pubblicazione: per la prima volta in Gran Bretagna nel 1943;
- Editore: Mondadori;
- Genere: Classici;
- Pagine: 140 p., brossura;
- Voto del Pubblico (IBS): 4,44 su 5;.
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BIOGRAFIA DELL'AUTORE DEL LIBRO ''LA FATTORIA DEGLI ANIMALI'':
George Orwell, pseudonimo letterario di Eric Arthur Blair, nacque il 25 giugno 1903 a Motihari, in India dove il padre era funzionario coloniale britannico. Nel 1907 si trasferì aa Londra con la madre e le sorelle.
Dal 1917 frequentò il rinomato College di Eton avendo per insegnante, tra gli altri, il genio della fantascienza Aldous Huxley.
Ma poi abbandonò gli studi e si arruolò nella polizia imperiale in Birmania, esperienza di cui trattò nel libro “Giorni in Birmania”, pubblicato solo nel 1934.
Al ritorno in Europa, visse a Parigi e Londra, dedicandosi a lavori umilissimi e soffrendo spesso la fame. Questi anni fornirono il materiale dell’opera “Senza un soldo a Parigi e Londra” del 1933. Poi cominciò ad ottenere qualche successo come giornalista con articoli d’attualità.
Nel 1936 sposò Eileen O’Shaughnessy e allo scoppio della guerra civile spagnola combattè con il Partito Operaio di Unificazione contro il dittatore Francisco Franco. Di ritorno in Inghilterra scrisse nel 1938 “Omaggio alla Catalogna”, una sorta di reportage di denuncia contro gli stalinisti spagnoli considerati dei traditori.
Durante la II guerra mondiale, essendo inabile al servizio attivo per le ferite riportate in Spagna, combattè nelle milizie territoriali. Nel 1943 pubblicò “La fattoria degli animali”. Gli ultimi anni di vita gli dedicò a scrivere per il Tribune e a revisionare quello che può considerarsi il suo capolavoro, “1984”. Minato dalla tubercolosi morì a Londra il 21 gennaio 1950.
RIASSUNTO DEL LIBRO ''LA FATTORIA DEGLI ANIMALI'':
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Il signor Jones, proprietario di Manor Farm, è appena andato a letto ubriaco dimenticando di chiudere bene le stalle. Tutti gli animali della fattoria, eccetto Mosè, il corvo addomesticato, si riuniscono allora per ascoltare un discorso di Vecchio Maggiore, un maiale pluripremiato e rispettato da tutti, che ha sognato un mondo libero dall’oppressione dell’uomo, l’unico essere vivente che consuma senza produrre.
Quando Vecchio Maggiore muore, solo tre sere dopo, tre giovani suini, Palla di Neve, Napoleone e Clarinetto, formulano una nuova teoria politica, l’Animalismo, che riassume le idee del vecchio verro. E, seguendo i dettami di questa teoria, una notte gli animali della fattoria decidono di insorgere e riescono a cacciare il signor Jones che, sempre ubriaco, non si occupa più di loro nel modo dovuto.
Da questo momento gli animali cominciano ad amministrarsi da soli. In particolare Gondrano, un cavallo da tiro, inizia a lavorare con sempre maggior impegno e maggior lena per il bene comune.
All’inizio la Fattoria degli Animali prospera. Palla di Neve insegna a leggere agli altri abitanti e Napoleone diffonde i principi dell’Animalismo tra i giovani. Ma con il passar del tempo Palla di Neve e Napoleone cominciano a entrare in conflitto sempre più di frequente per ottenere maggior potere personale e influenza sugli altri animali.
Quando Palla di Neve formula un piano ambizioso per costruire un mulino a vento che generi energia, Napoleone gli si oppone e, al momento della votazione sul progetto, nove cani fanno irruzione, cacciano Palla di Neve e sbranano chiunque non sia d’accordo con Napoleone. Egli assume così il ruolo di dittatore e stabilisce che da quel momento in poi solo i maiali prenderanno le decisioni per il bene comune. Tra l’altro decide di realizzare il mulino con gli sforzi di tutti, soprattutto di Gondrano.
Una mattina gli animali trovano il mulino distrutto da un temporale. Napoleone accusa Palla di Neve dell’accaduto e comincia a perseguitare, torturare e uccidere coloro che ritiene conniventi. Nel frattempo amplia i propri poteri, sostenuto dalla propaganda di Clarinetto e intraprende attività vietate agli animali, come dormire in un letto, bere whisky e commerciare con le fattorie vicine. Le condizioni di vita degli altri animali peggiorano.
Un giorno un fattore confinante, il signor Frederick, attacca la fattoria, distrugge nuovamente il mulino che era appena stato ricostruito con enormi sacrifici e ferisce Gondrano. Non essendo più in grado di lavorare con la stessa energia di prima, il cavallo viene venduto da Napoleone per poter comprare del whisky, ma Clarinetto sparge la voce che sia stato portato in ospedale per essere accudito.
Riusciranno gli animali a trovare la forza di tornare ai principi essenziali dell’Animalismo o la loro ribellione e la loro filosofia politica s’infrangeranno per sempre contro la realtà del potere?
ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ''LA FATTORIA DEGLI ANIMALI'':
I personaggi meglio delineati della storia sono animali umanizzati.
Il maiale Napoleone fin dall’inizio si manifesta come un avido opportunista. La pima descrizione evidenzia il suo sguardo fiero, quasi feroce e la sua capacità di farsi largo tra la folla. E’ sempre presente fin dalle prime riunioni degli animali, ma il suo contributo alla rivoluzione è estremamente limitato. Non partecipa neppure alla formulazione dell’ideologia, affidata invece a Palla di Neve.
L’unico progetto a cui si dedica con entusiasmo è l’addestramento dei cuccioli di cane e non li educa in prospettiva del bene comune, ma solo in funzione del proprio interesse: diventeranno infatti la sua “mano violenta” con cui imporrà il proprio volere sugli altri. Napoleone incarna Stalin, ma probabilmente più in generale tutti i tiranni della storia dell’umanità: da qui il suo nome che rimanda al celebre generale francese del XVIII sec.
Palla di Neve rappresenta l’allegoria del fervente intellettuale Trotsky e come lui si lancia anima e corpo a diffondere i principi della nuova ideologia e a migliorare le infrastrutture della fattoria, ma sarà proprio il suo idealismo a portarlo alla disfatta. La retorica e la logica non possono vincere sulla forza bruta.
È un abile stratega, come dimostra in battaglia. Sebbene Orwell lo dipinga in una luce generalmente positiva, anche questo personaggio non è esente da connotati negativi: per esempio accetta con una certa facilità l’idea della superiorità dei suini sugli altri animali. E forse avrebbe potuto diventare piuttosto megalomane seguendo il progetto del mulino a vento se non fosse stato cacciato dalla fattoria. Il potere corrompe chiunque: questa è la convinzione di fondo di Orwell.
Clarinetto è invece l’emblema di tutti quei politici che manipolano le folle usando il linguaggio per i propri fini e dei propagandisti al soldo dei potenti. Con un linguaggio sempre forbito confonde e intimidisce coloro che sono privi di istruzione. È assolutamente privo di coscienza, se si eccettua una certa, indistinta e immotivata fedeltà a Napoleone. Ha le guance rotonde, occhi vivi, mosse agili e voce acuta.
Vecchio Maggiore, un verro di dodici anni piuttosto corpulento, incarna Karl Marx e l’onestà delle sue parole è sicura in ogni momento della narrazione, perché Orwell, come ogni buon socialista, non metterebbe mai in discussione l’ideologia marxista: ciò che lo scrittore condanna è il tradimento di questa ideologia da parte dei politici che l’hanno messa in pratica nella realtà sociale. Vecchio Maggiore è saggio e persuasivo e dotato di grande abilità oratoria, come dimostra nell’enumerazione delle ingiustizie commesse dagli uomini e nell’affidare l’idea centrale del suo programma al ritornello di una canzone.
Gondrano è un cavallo alto quasi diciotto palmi, dotato di una forza straordinaria che sarà fondamentale durante la rivoluzione e durante l’instaurarsi del nuovo ordine sociale. In battaglia si dimostra un soldato valoroso. Si sveglia presto ogni mattina e la massima che ripete spesso, “Lavorerò di più”, dimostra la sua devozione indefessa alla causa comune degli animali. Ma è di un’ingenuità disarmante, tanto da apparire stupido e da poter essere facilmente manipolato e messo da parte quando non serve più, nonostante all’inizio della storia tutti lo rispettino per la sua fermezza di carattere.
LUOGHI D'AMBIENTAZIONE DEL LIBRO ''LA FATTORIA DEGLI ANIMALI'':
Il luogo dell’azione è una fattoria in Inghilterra, totalmente frutto dell’immaginazione dello scrittore che ci offre però pochissimi dettagli realistici.
Sappiamo che c’è un granaio, dove su una piattaforma rialzata, si trova il giaciglio di Vecchio Maggiore ed è in questo granaio che avrà luogo la riunione iniziale degli animali della fattoria.
Sappiamo che c’è un frutteto, al cui margine viene sepolto Vecchio Maggiore. Possiamo immaginare che la fattoria si trovi in un luogo isolato, come era d’altronde la Russia, oggetto della satira di Orwell, perché altrimenti, all’insorgere della ribellione, altri uomini sarebbero intervenuti a dare man forte al signor Jones per evitare il diffondersi delle idee rivoluzionarie e l’instaurarsi di un nuovo ordine sociale dalle implicazioni tanto vaste. Ma non sappiamo molto altro.
TEMPO (COLLOCAZIONE TEMPORALE) DEL LIBRO ''LA FATTORIA DEGLI ANIMALI'':
La narrazione è ambientata in un periodo di tempo non specificato. L’azione ha inizio di notte, ma una notte generica di una qualsiasi giornata senza nessun evento speciale.
La pianificazione della rivoluzione dura alcune settimane, scandite da un solo evento degno di nota: la morte di Vecchio Maggiore che però viene liquidata in due righe.
E pochi e generici sono comunque tutti gli indicatori temporali. Ma è verosimile desumere che Orwell voglia ambientare la storia in un’epoca contemporanea all’oggetto della sua satira: la rivoluzione russa e l’instaurarsi dell’Unione Sovietica come colosso comunista dai suoi albori fino allo scoppio della II guerra mondiale.
È pertanto importante ricordare che si tratta di una satira d’attualità contemporanea e non di una satira storica.
STILE DI SCRITTURA USATO NEL LIBRO ''LA FATTORIA DEGLI ANIMALI'':
Lo stile de “La fattoria degli animali” è volontariamente diretto e colloquiale perché Orwell diffida degli intellettuali e delle insidie insite nel linguaggio che un abile oratore può manipolare a proprio piacimento.
Egli dimostra infatti nel libro che i principi stessi dell’Animalismo possono voler dire tutto e il contrario di tutto. Perciò nella sua esposizione cerca di essere il più chiaro possibile.
Ciò non di meno il linguaggio non è semplice, ma anzi ricco di simboli, di rimandi e di riferimenti all’attualità contemporanea: il sogno di Vecchio Maggiore fa chiaramente riferimento al Manifesto di Karl Marx, Napoleone è una metafora di Stalin e tutto il romanzo è una satira allegorica di matrice swiftiana dello stalinismo e delle sue degenerazioni.