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Recensione, Analisi, Riassunto ed Opinioni del Libro ''La mossa del cavallo''DATI ESSENZIALI:

  • Titolo: “La mossa del cavallo”.
  • Titolo originale: "La mossa del cavallo".
  • Autore: Andrea Camilleri;
  • Nazionalità Autore: Italiana;
  • Data di Pubblicazione: 1999; 
  • Editore: Rizzoli; 
  • Genere: Giallo; 
  • Pagine: 257 p., brossura; 
  • Voto del Pubblico (IBS): 4 su 5

 

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Recensione del Libro “La mossa del cavallo” di Andrea Camilleri del 1999, genere Giallo. Evidenzieremo il riassunto del libro “La mossa del cavallo”, l’analisi dei personaggi, i luoghi d’ambientazione, la collocazione temporale, lo stile di scrittura ed il narratore. Infine analizzeremo le tematiche trattate nel libro “La mossa del cavallo” con tanto di commento ed opinione del recensore articolista.

 

 

BIOGRAFIA DELL'AUTORE DEL LIBRO ''LA MOSSA DEL CAVALLO'': 

Andrea Camilleri nasce a Porto Empedocle (AG) il 06 settembre del 1925, figlio di Carmelina Fragapane e Giuseppe Camilleri.

Nel docufilm del 2014 “Il maestro senza regole” Camilleri rivela che sua nonna Carolina e Luigi Pirandello erano cugini di primo grado e racconta il buffo incontro che egli ebbe da bambino con l'anziano premio Nobel per la Letteratura.

Il giovane Camilleri consegue la maturità classica al liceo Empedocle di Agrigento nel 1943 senza sostenere l'esame finale poichè le scuole erano state chiuse in vista dell'imminente sbarco delle forze alleate e si era deciso di considerare valido il secondo scrutinio trimestrale.

Già nel 1942 inizia a lavorare come regista teatrale e sceneggiatore. Dopo aver conseguito il diploma si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia ma non consegue la laurea.

Conclude invece gli studi nel 1952 presso l'accademia di Arte Drammatica Silvio d'Amico, alla quale viene ammesso come unico allievo regista nel 1949.

Da allora ha firmato la regia di più di cento opere televisive ma soprattutto teatrali, tra cui la prima rappresentazione di un'opera di Beckett in Italia (Finale di partita nel 1958).

Nel 1957 entra alla RAI e si sposa con Rosetta Dello Siesto dalla quale ha tre figlie. Insegna al Centro sperimentale di cinematografia negli anni 60 ed dal 1977 al 1997 è titolare della cattedra di Regia all'accademia di Arte Drammatica Silvio d'Amico, dove ha come allievi nel corso della sua carriera grandi nomi del cinema italiano come Luigi Locascio, Luca Zingaretti, Fabrizio Gifuni, Emma Dante.

La carriera di scrittore di Andrea Camilleri, che inizia nel 1978 con il romanzo “Il corso delle cose”, si può dividere in due filoni:

A) I Romanzi tra i quali ricordiamo: “Il corso delle cose” (1978), “Un filo di fumo” (1980, romanzo storico), “La stagione della caccia” (1992), “Il birraio di Preston” (1995), “La concessione del telefono” (1998),

B) La “Serie del Commissario Montalbano” della quale ricordiamo i titoli “La forma dell'acqua” (1994), “Il cane di terracotta” (1996), “La voce del violino” (1997), “Acqua in bocca” (2010, con Carlo Lucarelli), “La piramide di fango” (2014).

Autore estremamente prolifico, ha scritto un'ottantina tra romanzi gialli, storici e svariati lavori di narrativa e non, quasi tutti con protagonista la sua Sicilia.

 

RIASSUNTO DEL LIBRO ''LA MOSSA DEL CAVALLO'': Indice dell'Analisi del Libro ''La mossa del cavallo''

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Il ragionere di origine vigatese naturalizzato genovese Giovanni Bovara viene inviato nel suo paese d’origine in qualità di Ispettore capo dei mulini. I suoi predecessori sono morti in circostanze poco chiare, probabilmente perché stavano indagando sulla dilagante corruzione tra le fila degli ispettori assegnati a ciascuna circoscrizione.

Il ragionier Bovara manifesta sin da subito l’intenzione di lavorare onestamente e scavare a fondo per individuare i colpevoli di corruzione. Il suo atteggiamento attira subito l’attenzione di chi guadagna molto dal diffuso malcostume, e si cominciano a tessere trame per liberarsi del ficcanaso genovese.

Di ritorno da una delle ispezioni ai mulini il ragioniere soccorre il moribondo Padre Artemio Carnazza, al quale qualcuno ha sparato. Con le sue ultime parole, in siciliano, il prete cerca di indicare il proprio assassino al suo soccorritore. Il ragioniere ha ormai dimenticato il dialetto della sua terra natia e non comprende inizialmente ma poi capisce che il moribondo ha fatto il nome del proprio cugino don Memè Moro, e si precipita a denunciare l’accaduto al delegato di pubblica sicurezza Spampinato.

Chi di dovere si muove subito e il ragioniere passa da testimone a sospettato dell’omicidio. Egli è accusato di intrattenere una relazione amorosa con la propria padrona di casa, Donna Trisìna Cìcero, una vedova benestante con l’istinto della gazza ladra. Questa aveva rapporti di natura carnale con padre Carnazza, noto come donnaiolo impenitente che approfittava spesso dell’ingenuità delle proprie parrocchiane o si faceva ripagare in natura dai mariti ai quali aveva prestato soldi a strozzo.

Donna Trisìna, in cambio di favori sempre diversi, si faceva regalare dal prete preziosi arredi sacri e proprietà personali, con le quali ultimamente aveva arredato la casa affittata al ragioniere Bovara del quale si era infatuata. È dunque facile per gli investigatori ipotizzare che i due presunti amanti avessero in programma di depredare completamente il prete e che questi, accortosi della tresca della propria amante col ragioniere, avesse affrontato quest’ultimo andando incontro alla propria morte.

Mentre si trova in carcere per un delitto che non ha commesso, al ragioniere non resta che meditare e cercare di comprendere chi e perché lo abbia incastrato. Compie quindi una mossa del cavallo, scavalcando la propria mentalità genovese e, tornando in possesso di quella siciliana assieme al dialetto, riesce a giocare la partita che lo scagionerà.

 

ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ''LA MOSSA DEL CAVALLO'': Indice dell'Analisi del Libro ''La mossa del cavallo''

- Ragionier Giovanni Bovara: di origine siciliana, trasferitosi col padre ad appena tre mesi in Liguria, non è mai stato in contatto con la mentalità della Sicilia. Serio e onesto, nell'aspetto pare un militare, coi capelli corti e i baffi lunghi e ben curati, e occhi celesti e luminosi.

- Padre Artemio Carnazza: prete avido e corrotto, in lite da anni col proprio cugino Don Memè Moro per questioni di eredità. È un noto donnaiolo e molte delle sue parrocchiane sono entrate nel suo letto, spesso per ripagare i debiti contratti dai mariti ai quali il prete aveva prestato denaro a strozzo. Ha un’età tra i quaranta e i cinquanta,ha l’aspetto ben pasciuto di chi ama indugiare nei piaceri della tavola.

- Donna Trisìna Cìcero: bellissima e giovane vedova benestante, è molto avida e intreccia una relazione con Padre Carnazza solo al fine di impossessarsi pian piano degli oggetti di valore del prete. Non ne avrebbe bisogno dato che il marito le ha lasciato terreni e case, ma ha l'istinto della gazza ladra.

Ha avuto relazioni con molti vigatesi dopo la morte del marito e tra di essi spiccano  Ignazio Spampinato, fratello del delegato di pubblica sicurezza e l’avvocato Fasulo, legale di fiducia di mafiosi di spicco.

 

LUOGHI D'AMBIENTAZIONE DEL LIBRO ''LA MOSSA DEL CAVALLO'': Indice dell'Analisi del Libro ''La mossa del cavallo''

La storia è ambientata tra Vigata e  Montelusa, dove si trova l’Intendenza di finanza, ufficio dal quale dipende l’ispettorato dei mulini e dove lavora il ragionier Bovara. In questo romanzo Camilleri ci porta ancora una volta nella Vigata della seconda metà dell’Ottocento, coi suoi consueti luoghi di ritrovo come i circoli borghesi e nobiliari, la chiesa e le stanze in cui abita il corrotto Padre Carnazza, i terreni oggetto di disputa tra il prete e suo cugino, la casa vicino al mare che donna Trisìna affitta al ragionier Bovara.

Non è la Vigata che conosciamo dalle storie del commissario Montalbano, ma è una tipica piccola cittadina postunitaria, in cui l’antico ancora lotta e non vuol sottomettersi alla riorganizzazione urbanistica e culturale che si tenta di farle subire.

 

TEMPO (COLLOCAZIONE TEMPORALE) DEL LIBRO ''LA MOSSA DEL CAVALLO'': Indice dell'Analisi del Libro ''La mossa del cavallo''

Le vicende raccontate hanno una collocazione temporale molto precisa. Le parti narrative e le lettere usate come espediente per il racconto sono infatti tutte datate. La storia inizia sabato 1 settembre 1877 con l’arrivo del ragionier Bovara. I primi giorni di settembre sono raccontati in maniera discorsiva, mentre dal 10 settembre in poi di fa uso delle lettere tra privati e dei verbali di Intendenza di Finanza, Pubblica Sicurezza e Carabinieri

 L’avvenimento principale attorno al quale si snodano le trame e le macchinazioni dei nemici del ragioniere, ovvero l’omicidio di Padre Artemio Carnazza, avviene all’alba del giorno 3 ottobre 1877, ed è raccontato in maniera discorsiva.  Tutta la vicenda si svolge nell’arco di un mese e mezzo, dato che la conclusione della storia reca la data del 15 ottobre 1877.

 

STILE DI SCRITTURA USATO NEL LIBRO ''LA MOSSA DEL CAVALLO'': Indice dell'Analisi del Libro ''La mossa del cavallo''

Il romanzo inizia con un’ampia sezione narrativa in cui gli avvenimenti sono suddivisi seguendo un ordine cronologico giornaliero. La sezione successiva, intitolata Faldone A, è  costituita da lettere di vari personaggi del romanzo e  articoli di giornale. Segue un’altra sezione narrativa e un’altra sezione costituita di lettere e articoli di giornale intitolata Faldone B. il romanzo si conclude con un’altra sezione narrativa e un curioso Catalogo dei sogni dei personaggi.

Camilleri utilizza come sempre il curioso impasto di italiano e siciliano caratterizzando in modo diverso la lingua dei personaggi in base alla loro estrazione sociale. Nel novero delle lingue entra anche il genovese che caratterizza i pensieri del ragionier Bovara fino alla svolta siciliana del suo modo di pensare e parlare.

 

NARRATORE DEL LIBRO ''LA MOSSA DEL CAVALLO'': Indice dell'Analisi del Libro ''La mossa del cavallo''

Il narratore è esterno alla storia (eterodiegetico). Assistiamo a molti dialoghi intervallati dai pensieri dei personaggi, dunque conosciamo il loro modo di pensare e il loro punto di vista. Spiccano per interesse linguistico le frequenti incursioni nei pensieri del ragionier Bovara, che danno a Camilleri la possibilità di esplorare una lingua da lui non normalmente utilizzata come il genovese.

 

TEMATICHE TRATTATE NEL LIBRO ''LA MOSSA DEL CAVALLO'': Indice dell'Analisi del Libro ''La mossa del cavallo''

Il filo conduttore della vicenda è lo scontro tra l’onestà e la corruzione. Il ragionier Bovara è un uomo come tanti, ma ha il difetto di essere onesto e di prendere sul serio il compito che gli viene affidato.  La tassa sul macinato, istituita nel 1866,  era profondamente invisa tanto ai piccoli contadini quanto ai grandi proprietari di terreni coltivati a cereali. La mafia spesso approfittava del malcontento organizzando turni di macinazione notturni e clandestini sui quali la tassa da pagare era minore della tassa sul macinato e a beneficio dell’organizzazione criminale.

La percezione dello  Stato unitario era ancora quella di chi opprimeva e comandava dall’alto, senza comprendere o adattare i provvedimenti alle situazioni drammaticamente diverse dei vari stati preunitari. La mafia aveva quindi gioco facile ed era percepita come amichevole, un’organizzazione potente che capiva e parlava la stessa lingua della popolazione.

L’autorità era guardata con sospetto e nel caso di persone troppo zelanti, come il nostro protagonista, si provvedeva a renderle innocue. Altro tema presente è quello della corruzione del clero, che spesso vessava la povera gente non meno dell’autorità dello Stato. Proverbiale il modo di dire popolare “monaci e parrini, sentici  la missa e stoccaci li rini” ovvero monaci e preti, ascolta da loro la messa e poi spezzagli la schiena.

 

COMMENTO DEL LIBRO ''LA MOSSA DEL CAVALLO'': Indice dell'Analisi del Libro ''La mossa del cavallo''

Trovo che questo sia uno tra i più bei romanzi storici di Andrea Camilleri. L’idea per la storia  è tratta da un episodio raccontato all’interno di politica e mafia in Sicilia, scritto nel 1876 da Leopoldo Franchetti, come ci rivela lo stesso Camilleri nella nota finale al libro. Ancora una volta la realtà supera la fantasia tessendo una tragica farsa intorno ad un innocente testimone trasformato in colpevole.

Non ci è dato sapere cosa sia accaduto al povero torinese accusato dell’omicidio del prete nella realtà, ma nella fantasia del nostro autore grazie al ritorno alle radici il protagonista riesce ad avere la necessaria lucidità per giocare una partita che lo può salvare. È un gioco fatto di messaggi in codice, espressi in modo che li capisca solo chi di dovere. Il modo in cui l’autore descrive il cambiamento di mentalità accompagnato dal cambiamento di dialetto del protagonista è magistrale, e si radica nei più recenti studi sui modi diversi di percepire la realtà a seconda della lingua che si sta parlando in quel determinato momento effettuati su persone bilingui.

Consiglio la lettura di questo libro a chi voglia immergersi nuovamente nell’atmosfera della Vigata ottocentesca che a noi lettori di Camilleri non è meno cara di quella odierna, e a chi voglia leggere una storia ben scritta e interessante che fa venire i brividi ancor di più sapendola basata su una vicenda realmente accaduta.

 

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