
DATI ESSENZIALI:
- Titolo: “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”.
- Titolo originale: "Historia de una ballena blanca contada por ella misma".
- Autore: Luis Sepúlveda;
- Nazionalità Autore: Cilena;
- Data di Pubblicazione: 2018;
- Editore: Ugo Guanda Editore;
- Genere: Narrativa straniera per ragazzi;
- Pagine: 126 p., Rilegato;
- Voto del Pubblico (IBS): 4,1 su 5.
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Recensione del Libro “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa” di Luis Sepúlveda del 2018, genere Narrativa staniera per ragazzi. Evidenzieremo il riassunto del libro “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”, l’analisi dei personaggi, i luoghi d’ambientazione, la collocazione temporale, lo stile di scrittura ed il narratore. Infine analizzeremo le tematiche trattate nel libro “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa” con tanto di commento ed opinione del recensore articolista.
BIOGRAFIA DELL'AUTORE DEL LIBRO ''STORIA DI UNA BALENA BIANCA RACCONTATA DA LEI STESSA'':
Luis Sepúlveda è nato in Cile nel 1949. Oltre a essere scrittore è anche giornalista, sceneggiatore e regista, da sempre impegnato nella politica del suo paese.
Nato da due genitori in fuga proprio per motivi politici, Sepúlveda è cresciuto a Valparaiso insieme al nonno e a uno zio che gli hanno trasmesso l'amore per i romanzi d'avventura.
Già a scuola si manifestò il suo interesse per la scrittura e per la politica, ma le sue idee contro la morale corrente lo fecero cacciare sia dall'Università di Mosca (presso la quale aveva vinto una borsa di studio), sia dalla Gioventù comunista cilena.
Riuscì comunque a conseguire il diploma di regista teatrale ed entrò a far parte del Partito Socialista e della guardia personale del generale Salvador Allende. Un periodo felice in cui allestisce spettacoli teatrali, lavora in radio e scrive racconti.
Dopo il colpo di Stato di Pinochet fu arrestato, torturato e condannato all'ergastolo. Solo l'intervento di Amnesty International lo salvò, ma fu costretto all'esilio per otto anni. Ha viaggiato per un lungo periodo nell'America Latina, operando per l'Unesco e Greenpeace ed entrando in contatto con gli Indios, mentre proseguiva con la sua scrittura militante, che gli valse sempre rapporti difficili con i vari paesi che visitava.
Si trasferì infine in Europa e iniziò a lavorare come giornalista. Oggi vive in spagna. Tra le sue opere più famose ricordiamo “Il vecchio che leggeva romanzi d'amore”, “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, “Incontro d'amore in un paese in guerra”, “Il mondo alla fine del mondo”, “Diario di un killer sentimentale ” e “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà ”.
RIASSUNTO DEL LIBRO ''STORIA DI UNA BALENA BIANCA RACCONTATA DA LEI STESSA'': 
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E' il 2014. Sulla spiaggia di Puerto Montt, in Cile, un uomo sta osservando con amarezza un piccolo capodoglio arenato sulla sabbia. Il bambino al suo fianco, che dice di far parte dei lafkenche, la Gente del Mare, è ancora più abbattuto di lui.
“Per te è una balena morta, ma per me è molto di più. La tua tristezza e la mia non sono uguali.”
Prima di lasciarlo, il bambino gli offre una conchiglia. Portandola all'orecchio, l'uomo ascolterà Mocha Dick, la grande balena bianca di cui tante generazioni di navigatori hanno parlato, che racconta finalmente la sua storia.
La storia di come ha osservato l'essere umano imparare a interagire col mare. Dapprima impaurito, poi titubante, ma sempre testardo e speranzoso, l'uomo ha saputo vincere la paura della notte e delle onde; è riuscito a costruire navi sempre più resistenti ai venti e ha infine dominato il mare.
La curiosità e l'allegria con cui il capodoglio lo ha accompagnato in questa lunga crescita terminano bruscamente quando da est arrivano uomini che non parlano con le balene come fanno i lafkenche, ma le uccidono per trarne olio per le lanterne, grasso, e ambra grigia per creare profumi. L'uomo straniero, che prende dal mare cose di cui non ha bisogno, senza chiedere il permesso.
Quando le balene capiscono che è arrivato il momento di ritirarsi nell'oceano a ovest, dove il sole tramonta e nessun baleniere può navigare, lasciano a lei, la balena del colore della luna, un grave compito. Onorare un patto antico tra i lafkenche e la sua specie.
Le trempulkawe, quattro vecchissime balene, assistono da sempre la Gente del mare che vive lungo la costa, accompagnando i loro morti all'isola di Mocha, dove iniziano il loro viaggio finale. Il grosso capodoglio grigio le dovrà proteggere dai balenieri, fino a quando l'ultimo lafkenche sarà morto e lui potrà raggiungere il suo gruppo.
Ma l'uomo straniero arriva sempre più numeroso e cattivo, e uccide con sempre maggiore indifferenza. La balena del colore della luna è ormai stanca di veder morire inutilmente gli abitanti del mare e si rivolterà furiosa contro i balenieri che vengono dall'est, seminando tra loro morte e terrore.
“Io, la maledizione che li avrebbe perseguitati senza tregua.”
“Io, la forza di chi non ha più nulla da perdere.”
“Io. L'implacabile giustizia del mare.”
ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ''STORIA DI UNA BALENA BIANCA RACCONTATA DA LEI STESSA'': 
- Mocha Dick: la "balena del colore della luna", protagonista del racconto di Sepúlveda, è in realtà un grosso capodoglio grigio maschio.
Gli altri esemplari del suo gruppo gli affidano l'arduo compito di difendere i lafkenche che vivono sulla costa del Cile, e le quattro vecchie balene che da sempre traghettano i loro defunti verso l'isola di Mocha.
Il capodoglio, inizialmente curioso nei confronti dell'uomo, sviluppa col passare degli anni un forte disprezzo per i balenieri e tutti quegli esseri umani avidi e ingrati nei riguardi del mare e della natura. Farà di tutto pur di proteggere i suoi simili dalla ferocia dell'uomo.
LUOGHI D'AMBIENTAZIONE DEL LIBRO ''STORIA DI UNA BALENA BIANCA RACCONTATA DA LEI STESSA'': 
Il racconto di Sepúlveda si svolge in una terra a lui cara, come spesso accade nelle sue opere. L'uomo a cui viene affidata la conchiglia che narra la storia di Mocha Dick si trova su una spiaggia sassosa del Cile, dove secoli prima è vissuto il grande capodoglio.
Il mare è l'ambiente principale di questo racconto, l'immenso oceano, con le sue correnti calde e fredde, i suoi fondali oscuri, le sue notti stellate e silenziose.
Un luogo descritto con amore e intensità, ma anche in modo sintetico e scarno. Le descrizioni sono infatti concise ma calorose, evocate da colori, suoni e profumi più che affidate alla semplice narrazione.
TEMPO (COLLOCAZIONE TEMPORALE) DEL LIBRO ''STORIA DI UNA BALENA BIANCA RACCONTATA DA LEI STESSA'': 
Il tempo del racconto di Sepúlveda è estremamente dilatato e subisce vari salti temporali.
La storia inizia nell'estate del 2014, quando un capodoglio si arena sulla spiaggia di Puerto Montt, in Cile, e un bambino del popolo lafkenche consegna a uno sconosciuto, che sta osservando la scena, una conchiglia.
Attraverso di essa, l'uomo ascolterà la storia della grande balena bianca vissuta nel 1800: in un lungo flashback, Mocha Dick, il capodoglio grigio, racconta le vicende alle quali ha assistito nella sua interminabile vita.
Nell'epilogo invece, tornato ai giorni nostri, lo scrittore descrive brevemente la vera storia della nave Essex, che fu affondata nel 1820 da un capodoglio, e tutte le voci che da allora si diffusero sulla feroce balena bianca.
STILE DI SCRITTURA USATO NEL LIBRO ''STORIA DI UNA BALENA BIANCA RACCONTATA DA LEI STESSA'': 
Lo stile di scrittura di Sepúlveda è anche in questa favola semplice e quotidiano, diretto come spesso accade a lettori di giovane età.
Come già avvenuto in “Storia di una cane che insegnò a un bambino la fedeltà ”, la lettura è a volte rallentata dall'uso di termini mapuche, il dialetto parlato dalla Gente della Terra che abitava anticamente queste terre e dalla quale discendono anche i lafkenche.
In questo racconto, in particolare, la forma si presenta eccessivamente didattica; forse lievemete fredda nel voler comunicare il suo messaggio e quindi non capace, come di solito, di coinvolgere il lettore.
Nonostante il testo scorra velocemente, si lamenta una mancanza di partecipazione agli eventi. E' in definitiva una scrittura veloce, essenziale e scarna, forse più apprezzabile per un adulto che per un bambino.
NARRATORE DEL LIBRO ''STORIA DI UNA BALENA BIANCA RACCONTATA DA LEI STESSA'': 
In questo racconto di Sepúlveda si affiancano due narratori.
Il primo è un narratore interno, ossia lo stesso scrittore, che narra in prima persona di come è venuto a conoscenza della storia della balena bianca e in seguito, nell'epilogo, fornisce la vera vicenda della nave Essex, affondata da un capodoglio nel 1820.
Il secondo, sempre interno, è Mocha Dick, il grande capodoglio grigio, che ci spiega, anche lui in prima persona, dapprima il suo rapporto con l'uomo e poi di come sia nata la leggenda della balena bianca.
Questo secondo narratore è quello predominante, anche se non onniscente. Ci rende patecipi delle sue gioie e dei suoi dolori, definendo gli altri personaggi in modo sbrigativo e sintetico.
TEMATICHE TRATTATE NEL LIBRO ''STORIA DI UNA BALENA BIANCA RACCONTATA DA LEI STESSA'': 
Con questo racconto, Louis Sepúlveda vuole per la prima volta raccontare le vicende che hanno dato luogo alla leggenda della grande balena bianca, dalla quale Herman Melville trasse il suo “Moby Dick ”.
Questa volta però la storia è narrata in prima persona dalla stessa balena, con un'attenzione particolare ai disagi e alla distruzione che l'uomo dell'est (ossia i nuovi balenieri e pescatori che arrivano da lontano) ha portato nei mari a Sud del mondo.
Tutto ruota intorno alla natura, in questo caso il mare, come spesso accade nelle favole di Sepúlveda. Una natura rispettata e amata dalle popolazioni lafkenche, dalla Gente del Mare, ma poi preda di “uomini venuti dal mondo dell'ingratitudine e dell'avidità”.
Uomini che prendono dal mare cose di cui non hanno un reale bisogno, senza chiedere il permesso e senza rispetto nei confronti della vita che li circonda. Uomini che portano dolore e morte nel mondo marino, senza nessuna ragione e senza poter essere fermati.
“Gli uomini: così piccoli eppure così implacabili come nemici”
All'inizio del racconto Sepúlveda introduce anche il tema del degrado ambientale dei nostri giorni, mostrando il piccolo capodoglio che probabilmente si è arenato ed è morto a causa della spazzatura accumulata nell'oceano.
Un altro tema molto forte, all'interno di quest'opera, è la capacità degli uomini (probabilmente unica specie a fare una cosa simile, come dice lo scrittore) di rivoltarsi gli uni contro gli altri, cosa che la grande balena bianca, dal profondo dei suoi abissi, non riesce a capire. Come risultato di questa triste situazione, l'unica soluzione pare essere quella dei lafkenche, che intraprenderanno il lungo viaggio verso l'oceano lontano ad Occidente, dove tramonta il sole e gli invasori non possono arrivare.
Una triste favola che vede la rovina del nostro pianeta con gli occhi del mondo animale, e che dovrebbe portarci a riflettere su quello che l'umanità sta facendo alla sua terra.
COMMENTO DEL LIBRO ''STORIA DI UNA BALENA BIANCA RACCONTATA DA LEI STESSA'': 
Un altro canto alla natura, questo nuovo racconto di Louis Sepúlveda, dove tornano protagoniste le popolazioni antiche del suo paese.
Ritroviamo, come già avevamo conosciuto in “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà ”, gli antichi mapuche, questa volta abitanti della costa del Cile e in stretto contatto con il mare: sono i lafkenche.
Per la prima volta, la storia narrata da Herman Melville in “Moby Dick ” viene descritta dal punto di vista della balena. Chi ha letto il grande classico si è chiesto sicuramente perché il capodoglio bianco fosse così feroce e distruttivo nei confronti delle baleniere e degli uomini.
Con uno stile diretto e sintetico, ma sempre dolce e accalorato, Sepúlveda ci svela il mistero.
A differenza degli altri racconti per ragazzi, questo rischia di essere poco scorrevole, nonostante la sua brevità; il carattere didattico ed essenziale della scrittura non è forse adatto a un bambino, che potrebbe non capirlo o trovarlo noioso.
La storia è infatti scarna e poco attraente, apprezzabile credo da un lettore adulto che sia capace di scorgere in queste cento pagine l'amore infinito che lo scrittore nutre per la natura e una supplica al nostro stile di vita, che crea tanti sconvolgimenti all'ordine naturale delle cose.
Ma c'è sempre un pizzico di magia nelle sue storie, che le rendono comunque gradevoli. Alla fine il messaggio arriva, seppur lentamente, e capiremo perfettamente perché la dolce e ingenua balena del colore della luna sia diventata la peggior nemica dell'uomo.
E avrà tutta la nostra comprensione.
“Io, la maledizione che li avrebbe perseguitati senza tregua.”
“Io, la forza di chi non ha più nulla da perdere.”
“Io. L'implacabile giustizia del mare.”
Francesca Tessecini
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