
DATI ESSENZIALI:
- Titolo: “La fata Carabina”.
- Titolo originale: "La feé Carabine".
- Autore: Daniel Pennac;
- Nazionalità Autore: Francese;
- Data di Pubblicazione: prima ediz. italiana 1992;
- Editore: Feltrinelli;
- Genere: Romanzo poliziesco;
- Pagine: 236 p., tascabile;
- Voto del Pubblico (IBS): 3,6 su 5.
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Recensione del Libro “La fata Carabina” di Daniel Pennac del 1992, genere Romanzo poliziesco, Narrativa straniera moderna e contemporanea. Evidenzieremo il riassunto del libro “La fata Carabina”, l’analisi dei personaggi, i luoghi d’ambientazione, la collocazione temporale, lo stile di scrittura ed il narratore. Infine analizzeremo le tematiche trattate nel libro “La fata Carabina” con tanto di commento ed opinione del recensore articolista.
BIOGRAFIA DELL'AUTORE DEL LIBRO ''LA FATA CARABINA'':
Daniel Pennac (pseudonimo di Daniel Pennacchioni), è nato a Casablanca nel 1944 da genitori francesi. A causa della carriera militare di suo padre, vive l'infanzia spostandosi tra l'Africa, l'Asia e l'Europa, fino a stabilirsi in Francia. Nello studio è sempre stato un pessimo alunno, in parte anche a causa della sua dislessia. Solo alla fine del liceo uno dei suoi professori capisce finalmente la sua passione per la scrittura e gli chiede di scrivere un romanzo a puntate settimanali.
Riesce a laurearsi in Lettere, diventando ben presto insegnante (ruolo al quale si appassiona subito) e scrittore. La sua carriera di romanziere tarda a decollare e Pennac si dedica allora ai racconti per bambini.
Negli anni '80 pubblica il primo romanzo del ciclo Malaussène: “Il paradiso degli orchi ”. Questa sconclusionata famiglia gli darà il successo tanto atteso. Di questa serie fanno parte anche “La fata Carabina”, “La prosivendola”, “Signor Malaussène”, “La passione secondo Thérèse” e “Ultime notizie dalla famiglia”.
Di rilievo sono anche alcuni romanzi per bambini, tra cui “Ernest e Celestine”, “Abbaiare stanca” e “L'occhio del lupo”, e un saggio sulla scrittura, “Come un romanzo”. Oltre ad aver vinto alcuni premi letterari, nel 2005 viene insignito della Legion d'onore per le arti e la letteratura. A 18 anni dall'ultimo romanzo sulla saga di Belleville, esce nelle librerie “Il caso Malausséne: Mi hanno mentito”.
RIASSUNTO DEL LIBRO ''LA FATA CARABINA'': 
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È notte a Belleville, una fredda notte invernale e una vecchietta sta attraversando la strada ghiacciata osservata con preoccupazione da un giovane commissario di polizia.
Sotto gli occhi del Piccolo e del cane Julius, questa fata improvvisata estrae dal cappotto una P38 e preme il grilletto, trasformando la testa del giovane poliziotto in un grazioso fiore rosso sangue.
Nel frattempo, la tribù dei Malaussène ha una nuova occupazione: rianimare gli anziani pensionati del quartiere, che zia Julia porta a casa loro per strapparli alle droghe che qualcuno gli fornisce di nascosto.
La giornalista sta infatti indagando su un traffico di medicinali gestito dalla pubblica sanità e nonostante le rassicurazioni fornite a Benjamin, il suo appartamento viene sventrato misteriosamente e Julie viene drogata e torturata fin quasi alla morte e poi "depontata" nella Senna.
E come accade ultimamente a Belleville, la polizia è impegnata in due indagini: il colpevole della morte del poliziotto e un assassino seriale che sta facendo fuori le vecchiette di Parigi. Nessuna traccia, nessun indizio. L'ispettore Pastor e l'ispettore Van Thian sono esaperati.
Ma quando sembra che le investigazioni siano a un punto morto, finalmente la svolta. Chi è stato licenziato a causa del precedente articolo della bella Corrençon (Zia Julia) e avrebbe avuto un movente per ucciderla?
Chi porta in giro per la città su un vecchio autobus le povere vecchiette indifese che vengono uccise a rasoiate nella notte?
Chi ospita in casa i vecchi del quartiere, presumibilmente procurando loro le amfetamine grazie al complice maghrebino?
Benjamin Malaussène. Ovvio.
“Capro lei lo è fino al midollo. Guardi, se in questo istante stessero cercando in tutta la città il responsabile di una qualche grossa stronzata, lei avrebbe tutte le possibilità di essere scelto.”
Anche questa volta Malaussène si ritrova al centro dell'indagine come primo sospettato, strangolato da una serie di sfortunate coincidenze che lo inchiodano, mentre la mamma sforna l'ennesimo figlio, Jérémy e Louna rapiscono zia Julia dall'ospedale, Thérèse predice il futuro di uno sconvolto ispettore Thian e la dolce Clara fotografa l'intera tragedia.
ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ''LA FATA CARABINA'': 
- Benjamin Malaussène: professione capro espiatorio, questa volta per le Edizioni del Taglione, fratello maggiore di una famiglia numerosa e bizzarra, senza padri ma con una madre che sforna figli ogni volta con uomini diversi.
Ben è un fratello amorevole e delicato, innamorato di tutti i suoi ragazzi, anche di quelli che ancora devono nascere. È una persona buona e un po' ingenua che non crede in se stessa (ha una laurea che non ha mai usato, paura forse di dover dimostrare qualcosa). Può sembrare cinico, ma nasconde un animo bisognoso di amore.
- Louna: maggiore delle sorelle, infermiera e incinta del suo unico grande amore, il dottorino Laurent.
- Clara: seconda delle sorelle Malaussène, con la sua calda voce, attenta osservatrice della realtà, che per anestetizzare l'orrore di ciò che vede ha bisogno di fotografarlo. Riesce sempre a calmare Benjamin che la ama di una passione tenera e sconfinata.
- Thérèse: la veggente, sorella minore, alta, ossuta e fredda, vive in un mondo tutto suo, distratta dalla realtà dalla sua passione per gli astri e il misticismo. Le sue previsioni si dimostrano sempre irrimediabilmente vere.
- Jérémy: fratello minore, avido di storie da brivido che il fratello maggiore gli racconta ogni sera. È una mina vagante, le sue idee sono sempre pericolose e contrarie alla legge. È lui che decide il nome dei nuovi arrivati nella famiglia Malaussène.
- Il piccolo: cinque anni, un paio di occhiali rosa e un grande sorriso che rasserena Benjamin, va sempre in giro scortato dal cane Julius.
- Verdun: ultima nata in casa Malaussène, “grossa come l'arrosto di una famiglia numerosa”, rumorosa come uno shrapnel, distruttiva come una bomba in trincea, si calma solo tra le braccia dell'ispettore Thian.
- Julius: cane epilettico di Ben, con la lingua penzoloni e lo sguardo attonito, le cui crisi sono messaggere di grandi sventure. “Puzza talmente, quel cane, che il suo odore si rifiuta di seguirlo: lo precede”.
- Pastor: ispettore di polizia a cui viene affidato il caso delle vecchiette uccise. Veste sempre con maglioni di lana fatti a mano, è giovane e silenzioso ed è considerato il "superman dell'interrogatorio", capace di far parlare anche una tomba.
- Van Thian: ispettore collega di Pastor, con il quale condivide l'ufficio e i casi. È un asiatico anziano e magro, cronicamente depresso per la morte della moglie, ma molto legato a Pastor.
- Hadouch Ben Tayeb: figlio di Amar, maghrebino proprietario del ristorante/tana della famiglia Malaussène. Hadouch è un vecchio compagno di liceo di Ben, che gestisce il gioco d'azzardo di Belleville.
- Stojilkovicz: zio Stojil è un ex-seminarista/militare/guardia giurata jugoslavo, grande amico di Ben, che aiuta le vecchiette di Belleville a difendersi da un feroce assassino.
LUOGHI D'AMBIENTAZIONE DEL LIBRO ''LA FATA CARABINA'': 
Come ne “Il paradiso degli orchi ”, anche in questo secondo capitolo della saga dei Malaussène, la protagonista del racconto è Belleville, quartiere multietnico e vivace di Parigi, dove vive la bizzarra famiglia.
Il carattere poliziesco e noir del romanzo ci mostra una Parigi surreale quanto le storie che vi si svolgono. Traspare come sempre l'amore e la conoscenza dello scrittore per questi luoghi a lui così familiari (vi ha vissuto per diversi anni); le stradine brulicanti di vecchietti, poliziotti, immigrati, negozi dai più svariati odori, sono descritte con passione e attenzione.
Gran parte della vicenda si volge questa volta al commissariato di polizia, nell'ufficio-dormitorio dell'ispettore Pastor, e nella casa di Malaussène: una vecchia ferramenta trasformata in appartamento dove Ben riunisce fratelli, sorelle, vecchietti drogati e un cane epilettico.
TEMPO (COLLOCAZIONE TEMPORALE) DEL LIBRO ''LA FATA CARABINA'': 
La storia raccontata ne “La fata Carabina” si svolge nell'arco di pochi mesi. La prima scena si apre su un fredda serata invernale e alla fine del romanzo il narratore ci mostra una Belleville in piena fioritura primaverile.
L'anno non è specificato, ma dai particolari descritti nel libro si capisce che è ambientato negli anni in cui Pennac lo scrive (anni '80).
Le vicende si sussuegono in ordine cronologico a distanza di pochi giorni l'una dall'altra; a volte i due narratori si alternano nell'enunciare fatti che accadono contemporaneamente.
STILE DI SCRITTURA USATO NEL LIBRO ''LA FATA CARABINA'': 
Anche in questo secondo capitolo della saga Malaussène, la scrittura di Daniel Pennac è veloce e frammentata: le frasi sono spesso brevi e spezzate, e i pensieri del protagonista Benjamin (nelle parti narrate in prima persona) si confondono con la prosa stessa, divisi solo da fugaci parentesi.
La narrazione è ricca di descrizioni di luoghi e ambienti (mai della psicologia dei personaggi), con un largo uso di aggettivi e metafore.
È un linguaggio ironico e leggero, preso spesso dalla strada e ricco di discorsi diretti, che trattiene il lettore e lo incita a perdersi nelle vicissitudini di questa stramba famiglia senza risultare pesante nella sua critica alla società.
NARRATORE DEL LIBRO ''LA FATA CARABINA'': 
Ne “La fata Carabina” abbiamo due narratori che si alternano nel racconto dei fatti.
C'è un narratore esterno e onniscente, che sviluppa la storia parlando al passato, ovviamente consapevole di tutto quello che è successo e che offre un quadro oggettivo delle vicende e dei protagonisti.
Dall'altro lato c'è lui, Benjamin Malaussène, che diviene a tratti io narrante e racconta gli eventi al presente, nel momento stesso in cui si svolgono. A differenza del primo, la sua è una visuale soggettiva, ma in entrambe i casi i narratori non si spingono mai in rappresentazioni psicologiche dei personaggi, lasciando al lettore il compito di crearli da sé con l'avanzare del racconto.
Alla fine della storia Pennac ci lascia con la sensazione che in realtà il narratore principale sia stato per tutto il tempo il vecchio ispettore Van Thian, che sta raccontando la storia ai ragazzi Malaussène.
TEMATICHE TRATTATE NEL LIBRO ''LA FATA CARABINA'': 
Come in molti altri suoi scritti, anche in questo romanzo Daniel Pennac si impegna in una profonda critica sociale. Non a caso “La fata Carabina” è dedicata in apertura alla Previdenza sociale.
In tutta la storia, con la solita ironia frizzante e pungente, lo scrittore biasima lo Stato per non essere in grado di occuparsi di quella larga fascia della popolazione costituita dagli anziani. Arrivando all'inverosimile situazione di un governo che vuole liberarsene, drogandoli e velocizzandone la morte, Pennac mostra una società incapace di prendersi cura di quanti hanno lavorato per il bene del paese e lo hanno reso quello che è.
Invece di adottare misure che possano alleviare i loro problemi e rendere più semplice la loro vecchiaia, queste persone vengono dimenticate, ritenute inutili e un peso per la comunità.
Una protagonista indiscussa della critica di Pennac è però sempre Parigi, la sua cara città deturpata dalle trasformazioni edilizie dovute alle speculazioni di architetti senza vergogna.
In una Belleville multietnica e colorata, affollata da immigrati di ogni parte del mondo, lo scrittore auspicherebbe un mantenimento degli ambienti il più possibile legato alle varie culture.
Ma il tema di fondo della saga dei Malaussène resta sempre lo stesso: la famiglia. Anche se sgangherata, bizzarra e problematica, con una madre costantemente in fuga, dei padri mai conosciuti e una serie infinita di fratellastri, sorellastre e nipotini, la famiglia è il cardine della vita di Benjamin.
Disposto a tutto pur di mantenerla e pronto a farsi in quattro per un solo sorriso, Ben è la rappresentazione della responsabilità, anche quando la situazione si fa insopportabile.
“Povero vecchio mio, lei non ha una famiglia, ma un flagello della natura”.
COMMENTO DEL LIBRO ''LA FATA CARABINA'': 
“Pianga, Malaussène, pianga in modo convincente. Sia un buon capro”.
Siamo dinuovo al punto di partenza. Benjamin è ancora capro espiatorio, questa volta per la casa editrice della Regina Zabo.
Non è cambiato nulla: la mamma continua a sfornare bambini con uomini che non porta mai a casa, Thérèse prevede il futuro dei vecchietti di Belleville mentre Jérémy architetta nuovi piani per mettersi nei guai.