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Recensione, Analisi, Riassunto ed Opinioni del Libro ''La morte a venezia''DATI ESSENZIALI:

  • Titolo: “La morte a Venezia”.
  • Titolo originale: "Der Tod in Venedig".
  • Autore: Thomas Mann;
  • Nazionalità Autore: Tedesco;
  • Data di Pubblicazione: 1912;
  • Editore: Einaudi;
  • Genere: Romanzo breve;
  • Pagine: 205 p., rilegato;
  • Voto del Pubblico (IBS): 4,29 su 5.

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Recensione del Libro “La morte a Venezia” di Thomas Mann del 1912, genere Romanzo breve. Evidenzieremo il riassunto del libro “La morte a Venezia”, l’analisi dei personaggi, i luoghi d’ambientazione, la collocazione temporale, lo stile di scrittura ed il narratore. Infine analizzeremo le tematiche trattate nel libro “La morte a Venezia” con tanto di commento ed opinione del recensore articolista.

BIOGRAFIA DELL'AUTORE DEL LIBRO ''LA MORTE A VENEZIA'':

Paul Thomas Mann nasce a Lubecca il 6 giugno del 1875.

Scrittore e saggista tedesco vince il Premio Nobel nel 1929 ed è considerato una delle figure di maggior rilievo della letteratura Europea del Novecento.

Thomas frequenta il ginnasio nella sua città con risultati non molto brillanti.

Nel 1894 si trasferisce a Monaco per iscriversi all'Università.

Nel 1905 sposa Katia Pringsheim.

I due coniugi danno alla luce: Erika, la prima figlia, e Klaus, futuro scrittore che seguirà le orme del padre. Successivamente ebbero anche Golo, Monika, Elisabeth e per ultimo Michael.

Questo si dimostra un periodo particolarmente fertile per la sua scrittura, infatti il suo primo grande romanzo viene pubblicato nel 1901 con il titolo "I Buddenbrook" a cui fa seguito quello di "Tristan". Nel 1909 si aggiunge "Altezza Reale", una storia incentrata sulla figura del principe Klaus Heinrich, regnante in un piccolo Stato immaginario.

Nel 1912 viene pubblicato "La morte a Venezia", un romanzo breve che crea grande scalpore a causa dell'ombra della pedofilia che aleggia tra le parole.

Nel 1914, invece, viene pubblicato il saggio "Pensieri di guerra" in cui lo scrittore sostiene la causa tedesca.

Alla fine della guerra viene pubblicato il suo "Considerazioni di un apolitico".

Nel 1919 viene pubblicata la novella "Cane e padrone" mentre nel 1924, invece, "La montagna incantata".

Nel 1926 inizia la tetralogia biblica "Giuseppe e i suoi fratelli", a cui lavorerà per 15 anni, che comprende: "Le storie di Giacobbe", "Il giovane Giuseppe", "Giuseppe in Egitto" e "Giuseppe il nutritore".

Nel 1936 prende ufficialmente posizione contro la dittatura nazista che gli porta la confisca dei beni e la perdita della cittadinanza tedesca.

Nel 1939 viene pubblicato il romanzo "Lotte a Weimar" e il racconto indiano "Le teste scambiate".

Nel 1947 pubblica "Doktor Faustus", iniziato nel 1943 durante il suo esilio negli Stati Uniti.

Anni difficili si appresta a vivere lo scrittore: nel 1949 suo figlio Klaus si toglie la vita.

L'anno seguente perde anche suo fratello minore, Viktor, e nel 1950 muore, anche, suo fratello Heinrich.

Nel 1951 viene pubblicato il suo romanzo "L'eletto".

Mann si stabilisce definitivamente a Kilchberg, sul lago di Zurigo, e qui continua a scrivere fino alla fine dei suoi giorni.

Nel 1953 pubblica il racconto "L'inganno" e nel 1954 pubblica il suo ultimo successo "Le confessioni del cavaliere d'industria Felix Krull".

Lo scrittore morirà un anno dopo, il 12 agosto 1955, a causa di un collasso.

RIASSUNTO DEL LIBRO ''LA MORTE A VENEZIA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La morte a venezia''

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Grazie alle pagine di questo piccolo romanzo, dello scrittore Thomas Mann dal titolo "La morte a Venezia", ci addentriamo nella vita di un inquieto e anziano scrittore; il suo nome è Gustav Aschenbach.

L'uomo, che nella sua vita è sempre stato fedele ai canoni classici dell'estetica e dell'etica, è divorato dalla noia e dalla solitudine.

Un improvviso impulso verso la vita lo scuote e decide così di partire per Venezia.

Durante il suo soggiorno, in uno degli alberghi veneziani in cui alloggia, compare sulla spiaggia del lido un ragazzino polacco, che con la sua bellezza riuscirà, inconsapevolmente, a ghermirli il cuore.

L'uomo, da prima ammaliato dalla bellezza del ragazzo che innocentemente gioca, ogni giorno, in spiaggia con i suoi amici, ne diventa presto ossessionato.

Gustav si invaghisce del giovane, di questo giovane di cui non conosce con esattezza nemmeno il nome: crede che si chiami Tadzio, o almeno questo è il nome che crede di aver sentito pronunciare dalla famiglia del ragazzino.

Si invaghisce al punto tale di vergognarsi della decadenza del proprio corpo, di quel corpo che ormai non è più giovane e cerca, in maniera a tratti ridicola, di rendersi più avvenente per gli occhi acerbi del ragazzino.

Lo scrittore diviso tra il bisogno di controllare i suoi impulsi e la necessità di cibarsi della perfetta bellezza del suo piccolo prediletto, non concretizzerà mai la sua ossessione.

Tutto, in questo libro, gioca sugli sguardi, sguardi che innocentemente, forse, sono ricambiati dal piccolo Tadzio.

Questa malsana ossessione spingerà l'uomo verso una cosciente autodistruzione: a Venezia imperversa un'epidemia di colera e l'uomo, sebbene conscio dei pericoli a cui va incontro il ragazzino e lui stesso, decide di non dire nulla, di tenere segreta questa nefasta scoperta e di rimanere a Venezia, non privandosi così della vista del suo prediletto.

ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ''LA MORTE A VENEZIA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La morte a venezia''

- Gustav Aschenbach è uno scrittore tedesco.

L'uomo, conosciuto come un cinquantenne scrittore di successo, è amante della bellezza, solido e ligio all'etica, decisamente (all'apparenza) rispettoso delle regole.

Lo scrittore, ormai vedovo, è all'apice della sua carriera, una carriera a cui ha dedicato tutto sé stesso e che gli ha conferito l'onore di un titolo aristocratico.

Lo scrittore possiede tutto per essere felice, per poter vivere bene, ma una costante noia segue ogni suo momento e movimento durante la sua giornata, una noia che lo rende terribilmente stanco, sia fisicamente che mentalmente, e che spazza via ogni sua briciola di creatività.

Per spezzare questa malsana routine, Gustav decide di trascorrere le sue vacanze a Venezia, un luogo che continua ad affascinarlo come il primo giorno.

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- Tadzio è un ragazzino polacco di quattordici anni, anch'esso in vacanza a Venezia con le sue sorelle, sua madre e la sua istitutrice.

Nella romanzo non ci è dato sapere se questo è il vero nome del ragazzino. Il protagonista ci suggerisce questo nome in maniera dubbiosa, in quanto crede di aver sentito un suono polacco simile a questo, mentre la famiglia richiamava a sé il loro fanciullo.

Il ragazzino si mostra agli occhi del lettore bello come una divinità greca e con tratti ancora femminei e infantili, tipici dell'adolescenza.

Questo ragazzino polacco, preso dai suo giochi di bambino e circondato dalle cure della sua famiglia, è costantemente accarezzato dagli sguardi dello scrittore, che in un primo momento rimane folgorato dalla sua perfetta bellezza e dalla sua innata grazia.

LUOGHI D'AMBIENTAZIONE DEL LIBRO ''LA MORTE A VENEZIA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La morte a venezia''

Il viaggio di questo piccolo romanzo comincia a Monaco di Baviera, luogo in cui, il protagonista, lo scrittore Gustav Aschenbach, vive.

L'uomo decide di intraprende un viaggio per fuggire dalla noia che lo perseguita.

All'inizio si dirige verso Istria ma anche qui, complice un tempo infelice, la noia continua a seguirlo.

L'uomo decide immediatamente di riprendere il suo viaggio e di dirigersi verso l'affascinante Venezia.

Così, dopo aver viaggiato su di un traghetto, approda, finalmente, tra gli hotel di Venezia ed è qui, in uno di questi lussuosi hotel, che trova, inaspettatamente, Tadzio un giovanissimo ragazzino polacco che alloggia nello stesso hotel.

TEMPO (COLLOCAZIONE TEMPORALE) DEL LIBRO ''LA MORTE A VENEZIA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La morte a venezia''

Lo scrittore decide di raccontare al lettore una storia che si svolge in Italia, a Venezia durante i primi anni del Novecento.

A discapito di ciò che il governo dell'epoca racconta ai suoi turisti, l'aria di Venezia è ormai nauseabonda e maleodorante.

Per tentare di non rovinare gli introiti economici della città, il governo, con l'aiuto della popolazione, cerca, con ogni mezzo, di nascondere da mesi l'incedere senza sosta di un'epidemia di colera asiatico.

Solo i giornali tedeschi riportano la notizia di un'imminente colera, solo dopo la morte di un turista austriaco.

Abbiamo sotto il nostro occhio da lettore lo scenario di una Venezia nauseabonda che respira la sua stessa malattia, attraverso i suoi canali ormai contaminati.

STILE DI SCRITTURA USATO NEL LIBRO ''LA MORTE A VENEZIA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La morte a venezia''

Thomas Mann, lo scrittore del libro, "La morte a Venezia", ci regala un gioiello, a dispetto di una trama non convenzionale, di assoluto livello e di una costruzione formale che non poteva passare inosservata ad un regista raffinato come Luchino Visconti.

Il romanzo, anche se molto breve fa apprezzare pienamente l'abilità espressiva, le descrizioni e la ricchezza di una prosa a tratti barocca. Mann, l'autore, riesce, con maestria, nell'impresa di utilizzare un linguaggio ricercato e raffinato senza mai annoiare il suo lettore.

NARRATORE DEL LIBRO ''LA MORTE A VENEZIA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La morte a venezia''

Thomas Mann lascia "narrare" la sua storia al suo protagonista: l'inquieto scrittore Gustav Aschenbach.

Il protagonista descrive i suoi tormenti e il suo indecente innamoramento verso il fanciullo Tadzio.

La presenza di pochi dialoghi regala espressioni descrittive e introspettive di rara bellezza.

Il protagonista decide di raccontare i suoi sentimenti, le sue paure, di metterle nero su bianco.

Analizza sé stesso in modo chiaro e conciso. Un'analisi approfondita ma mai pesante di un uomo che non riesce più a comunicare con il mondo ma che ha disperatamente bisogno di sentirsi vivo.

TEMATICHE TRATTATE NEL LIBRO ''LA MORTE A VENEZIA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La morte a venezia''

"La morte a Venezia" di Thomas Mann racconta, brevemente, un amore platonico del tutto "fuori dagli schemi".

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Racconta la storia di un uomo maturo che si invaghisce di un fanciullo: un anziano, un orco, che vorrebbe sedurre un bambino, non ancora ragazzo.

Thomas Mann rende umano l'orco.

Paradossalmente non abbiamo, leggendo, mai l'impressione che l'uomo sia malvagio, che abbia dentro di sé lo spettro di un amore malato e vigliacco.

Percepiamo il protagonista come un uomo che ha perso sé stesso e che cerca di ritrovare una parvenza della sua gioventù, attraverso la bellezza di un fanciullo.

Il protagonista comincia a seguire la sua strana "musa" a cui dedica, costantemente, poesie e pensieri.

Diventa un ossessione, un ossessione che non prende mai forma se non attraverso sguardi e occhiate fugaci.

L'uomo non rivolgerà mai la parola al suo "amore", ma vivrà un'attrazione platonica che lo porterà all'autodistruzione.

Coscientemente, sapendo dell'epidemia che avanza sulla bella Venezia, deciderà di non andare via, di non lasciare quel mondo fatto dei giochi sulla spiaggia del suo prediletto e coscientemente non avvertirà nessuno del pericolo dell'epidemia, non volendo rischiare di vedere andare via il suo amore e quindi di privarsi della vista del suo inafferrabile Dio.

L'uomo, sul finire del romanzo, è ormai completamente soggiogato dal suo sentimento, diventa, senza rendersene conto, vittima di sé stesso e della beltà che il ragazzo, di cui non sa neppure con certezza il nome, emana.

COMMENTO DEL LIBRO ''LA MORTE A VENEZIA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La morte a venezia''

Thomas Mann pubblica "La morte a Venezia", dal titolo originale "Der Tod in Venedig", nel 1912.

Racconta, con raffinata delicatezza, la storia di un uomo adulto, Gustav Aschenbach, che si innamora di un ragazzino appena adolescente.

Il desiderio dell'uomo non verrà mai consumato ma la sua insaziabile brama lo porterà a seguire il ragazzino tra le calli di Venezia e a guardarlo senza sosta, mentre gioca con gli altri bambini sulla spiaggia.

Come Venezia, il nostro protagonista, con il passare del tempo, scivola sempre più nella sua decadenza.

Come il governo cerca di mettere a tacere le voci sull'epidemia che sovrasta la città, Gustav cerca di sconfiggere i segni dell'età rendendosi quasi ridicolo cercando di ringiovanire il suo aspetto e il suo abbigliamento, sperando di essere notato dal piccolo ragazzo per cui il suo cuore spasima.

L'orco diventa, inverosimilmente, vittima di sé stesso.

È completamente stregato dalla bellezza perfetta del giovane Tadzio a tal punto da perdere la capacità di agire in modo razionale e condannando sé stesso all'infelicità definitiva.

Uno scritto forte, che tratta una tematica ambigua e inquietante, in cui leggiamo un grande senso di colpa per un desiderio malato contaminato, allo stesso tempo, dalla purezza di Tadzio, grazie all'eccellente maestria dell'autore.

+20k M.R.

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