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Recensione, Analisi, Riassunto ed Opinioni del Libro ''La certosa di Parma''DATI ESSENZIALI:

  • Titolo: “La certosa di Parma”.
  • Titolo originale: "La Chartreuse de Parme".
  • Autore: Stendhal, pseudonimo di Henry Beyle;
  • Nazionalità Autore: Francese;
  • Data di Pubblicazione: 1838;
  • Editore: Einaudi;
  • Genere: Classici;
  • Pagine: 707 p., rilegato;
  • Voto del Pubblico (IBS): 4 su 5.

 

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Recensione del Libro “La certosa di Parma” di Stendhal del 1838, genere Classici. Evidenzieremo il riassunto del libro “La certosa di Parma”, l’analisi dei personaggi, i luoghi d’ambientazione, la collocazione temporale, lo stile di scrittura ed il narratore. Infine analizzeremo le tematiche trattate nel libro “La certosa di Parma”con tanto di commento ed opinione del recensore articolista.

 

 

BIOGRAFIA DELL'AUTORE DEL LIBRO ''LA CERTOSA DI PARMA'':

Henry Beyle, meglio noto con lo pseudonimo di Stendhal, nacque a Grenoble il 23 gennaio 1783.

A sedici anni si recò a Parigi con la motivazione apparente di entrare al Politecnico. In realtà c’era stato il colpo di stato del 18 brumaio e Stendhal aveva intenzione di opporsi a Bonaparte e all’Impero. Ma nel 1800 venne arruolato nella Grande Armata e dovette partire per l’Italia che da quel momento esercitò su di lui un fascino invincibile. I Borboni lo misero a riposo nel 1814, momento della Restaurazione.

Dal 1814 al 1821 visse a Milano, che considerò sua patria d’elezione. Poi con l’instaurazione della monarchia orleanista, fu nominato console a Trieste e a Civitavecchia. Qui la vicinanza di Roma gli permise di conoscere la Città Eterna.

I suoi romanzi di formazione come “ La Certosa di Parma” del 1839, “ Lucien Leuwen ” , rimasto incompiuto, e soprattutto il capolavoro “ Il Rosso e il Nero” del 1830 hanno fatto di lui di uno dei maggiori esponenti del romanzo francese del XIX secolo, insieme a Zola, Hugo, Balzac e Flaubert.

Scrisse anche saggi letterari come le due edizioni di “Racine e Shakespeare” in cui espresse le sue idee romantiche.

Morì a Parigi il 23 marzo 1842. Oltre che ai suoi romanzi, la sua fama è legata all’idea di “beylismo”, un atteggiamento di egotismo ed autoisolamento che lo contraddistinse.

 

RIASSUNTO DEL LIBRO ''LA CERTOSA DI PARMA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La certosa di Parma''

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Il romanzo si apre con un “Avvertimento” dell’autore, il quale spiega di essere venuto a conoscenza degli eventi narrati attraverso il racconto di uno dei protagonisti. Cerca così di mettersi al riparo da accuse politiche o giudiziarie.

L’azione prende avvio a Milano nel 1796 dalle confidenze di un luogotenente francese, Robert, che narra l’arrivo dell’esercito napoleonico nella città. La popolazione accoglie i Francesi con un entusiasmo che risveglia un eroismo soffocato da tempo dalla dominazione austriaca.

Il marchese Del Dongo, partigiano dei reazionari, è costretto suo malgrado ad accogliere i vincitori in casa sua.

Velatamente l’autore suggerisce una tresca tra Robert e la giovane marchesa, da cui nasce un bambino, Fabrizio, che risulta come il secondogenito del marchese. Nel frattempo però (1814) i francesi vengono battuti e la Lombardia ritorna sotto la dominazione austriaca.

Il marchese si occupa solo del primogenito Ascanio a cui lascerà tutto ciò che possiede e Fabrizio trova un padre dell’abate gesuita Banès che gli insegna a leggere. Ma il suo approccio alla realtà resta piuttosto infantile perché l’abate non lo aiuta mai a interpretare la realtà.

Quando Napoleone fugge dall’isola d’Elba, Fabrizio decide di partire per la Francia per unirsi alle truppe bonapartiste e inseguire così il suo sogno cavalleresco. Diciassettenne, arriva a Waterloo il giorno della battaglia, che rappresenta per lui una sorta di apprendistato. Scopre infatti che la guerra moderna non ha proprio nulla di eroico.

Al termine di questi avvenimenti, Fabrizio viene cacciato dalla casa paterna per i suoi coinvolgimenti politici e raggiunge la zia Gina alla corte di Parma, dove, essendogli interdetta la carriera militare, diventa coadiutore dell’arcivescovo Landriani.

Ciò nonostante la sua natura irrequieta continua a manifestarsi in tutta una serie di intrighi amorosi. Uno di questi si conclude con l’uccisione dell’attore comico Giletti e Fabrizio è incarcerato. Ma in prigione conosce la giovane Clelia Conti, figlia del comandante, e se ne innamora perdutamente.

Fabrizio riesce ad evadere, ma non troverà la pace, coinvolgendo in una serie di eventi sfortunati tutti coloro che ama e quelli da cui è riamato.

 

ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ''LA CERTOSA DI PARMA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La certosa di Parma''

- Il protagonista è Fabrizio Del Dongo, figlio illegittimo di una marchesa e di un ufficiale dell’esercito napoleonico di stanza a Milano durante la Campagna d’Italia. Sa cavalcare, e fin da piccolo colpisce per la sua bellezza, il suo volto sempre sorridente e il suo garbo.

Ma persino la madre, che gli fa visita un paio di volte l’anno in collegio, resta colpita dalla sua scarsa istruzione e dal fatto che creda ciecamente a tutto ciò che gli viene detto dai gesuiti sulla religione. In quanto nobile, pensa di aver diritto ad una felicità maggiore rispetto agli altri esseri umani. Da grande , gli si legge la voluttà negli occhi ed è facile all’innamoramento.

Molto energico, corrisponde all’ideale dell’eroe standhaliano, smanioso d’avventura.

– La madre, la Marchesa Del Dongo, conosce il luogotenente Robert quando è una giovane bellezza angelicata, soprannaturale, superiore a tutte le donne milanesi, dai capelli biondo scuri e dall’ovale perfetto.

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Gina Del Dongo, zia di Fabrizio, poi contessa Pietranera e ancora duchessa Sanseverina, compare nel romanzo per la prima volta tredici anni, e subito si manifesta per i suoi tratti distintivi, la vivacità e la franhezzaa. E’ una sorta di nume tutelare per Fabrizio. Lo salva e lo difende a più riprese, e la sua gelosia nei confronti del giovane è uno dei motori dell’azione.

– Il Marchese Del Dongo è un uomo ripugnante e reazionario, dal volto livido, coperto di cipria secondo una moda antiquata, e con un sorriso falso. E’ una sorta di anti-eroe.

- Anche il fratello maggiore di Fabrizio, Ascanio, è un essere ripugnante e arido, capace di denunciare il fratello alle autorità austriache come filo-francese. L’abate Bordàs è convinto che diventerà più cattivo e ottuso del padre.

Clelia Conti, compare nella vita di Fabrizio a dodici anni e s’impone subito nella sua vita e nella sua immaginazione per la sua bellezza.

- Il Conte Mosca, politico manipolatore, è il personaggio più lucido del romanzo. La sincerità e la profondità dei suoi sentimenti nei confronti della Sanseverina lo rendono molto simpatico.

 

LUOGHI D'AMBIENTAZIONE DEL LIBRO ''LA CERTOSA DI PARMA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La certosa di Parma''

Il romanzo ha inizio a Milano, nel soffocante e cupo palazzo dei Del Dongo e si snoda avanti e indietro nel capoluogo lombardo, da una porta all’altra. Si sposta poi sui luoghi delle campagne napoleoniche al seguito di Fabrizio che giunge a Waterloo il giorno della battaglia. E ancora l’azione si sposta in Svizzera per terminare in Italia, a Parma.

Come emerge da uno scambio epistolare con Balzac, Stendhal considera quest’ultima città meno pericolosa d’Italia.

Il quadro è estremamente realistico, anche se molte sono le aggiunte immaginarie al paesaggio, come la Torre Farnese, il carcere in cui Fabrizio è rinchiuso per l’uccisione di Giletti.

 

TEMPO (COLLOCAZIONE TEMPORALE) DEL LIBRO ''LA CERTOSA DI PARMA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La certosa di Parma''

Il romanzo prende l’avvio durante la Campagna d’Italia di Napoleone e si sviluppa fino ad avanzare negli anni della Restaurazione. Fabrizio nasce nel 1797. La mentalità sta cambiando e la Grande Armata diffonde in Italia le rivoluzionarie idee illuministiche. A nulla serve il tentativo dell’imperatore Francesco II di terrorizzare le “troppo ardenti immaginazioni italiane”.

La guerra moderna, priva di ogni magia cavalleresca, s’impone sulla pagina durante la battaglia di Waterloo, ma il fallimento della leggenda napoleonica non cambia la prospettiva storica. La Restaurazione riporta gli Austriaci a Milano, ma ormai il germe dell’Illuminismo ha attecchito ed Ernesto V, signore illuminato di Parma, è molto amato dai suoi sudditi.

 

STILE DI SCRITTURA USATO NEL LIBRO ''LA CERTOSA DI PARMA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La certosa di Parma''

La Certosa di Parma” inizia come romanzo storico, diventa poi un romanzo di formazione e, in qualche maniera, si avvicina anche al romanzo picaresco, nel moltiplicarsi delle peripezie del protagonista.

Pur non rinunciando mai alla verosimiglianza, Stendhal non cerca di essere realista a tutti i costi. Frequente è infatti il ricorso all’ironia e di conseguenza alla soggettività, come avviene nella descrizione della battaglia di Waterloo o nei quadri di vita di corte.

Uno stile poetico ricercato viene invece utilizzato nelle scene d’amore.

Talvolta l’autore fa ricorso alla tecnica del campo ristretto, procedimento attraverso il quale la realtà viene ridotta ai pensieri e alle percezioni di un personaggio (in questo caso Fabrizio), anche se false, senza che il narratore intervenga per correggere la sua visione.

 

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NARRATORE DEL LIBRO ''LA CERTOSA DI PARMA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La certosa di Parma''

Il narratore è esterno e racconta perciò in terza persona. La prima parte del romanzo però vuole essere, secondo le dichiarazioni dell’autore-narratore nell’Avvertimento, una rielaborazione delle confidenze fatte dal luogotenente francese Robert in prima persona.

Inoltre il punto di vista è spesso quello del protagonista e la focalizzazione diventa interna, come avviene nel caso della battaglia di Waterloo, di cui Fabrizio è spettatore e commentatore, più che attore.

 

TEMATICHE TRATTATE NEL LIBRO ''LA CERTOSA DI PARMA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La certosa di Parma''

Uno dei temi principali è il mito napoleonico. Bonaparte rappresenta per Fabrizio l’energia, il coraggio e la riuscita politica. Il protagonista in gioventù trae ispirazione dal destino eroico del generale francese, che quando varca il ponte di Lodi per entrare a Milano viene identificato dall’autore e dalla popolazione con un successore di Giulio Cesare e Alessandro Magno, dopo anni di torpore generalizzato del popolo italiano.

Durante la battaglia di Waterloo il mito crolla e Fabrizio fa il suo ingresso nell’età adulta, abbandonando i suoi sogni d’infanzia.

Nel romanzo c’è poi il mito dell’Italia di cui viene evocata la complessità e la divisione politica, il gusto per i piaceri della vita e le feste, la ricchezza artistica. In questa nazione l’amore può svilupparsi liberamente, perché l’Italia è la nazione della gioia di vivere secondo Stendhal.

Sempre sottintesa in ogni pagina è l’esaltazione della libertà intesa in tutte le sue forme e massima espressione dell’umanità: libertà politica, sentimentale e di pensiero. La libertà è considerata una forza naturale impetuosa a cui niente può porre veramente un freno: anche imprigionato Fabrizio continua infatti a sedurre ed è sedotto, trovando l’amore della sua vita: Clelia.

 

COMMENTO DEL LIBRO ''LA CERTOSA DI PARMA'': Indice dell'Analisi del Libro ''La certosa di Parma''

La certosa di Parmaӏ un classico della letteratura francese. Si tratta di una lettura impegnativa, ma piena di spunti di riflessione e di personaggi affascinanti, in particolare la Sanseverina e il Conte Mosca.

Lei, bella, vivace, appassionata, frequenta i luoghi alla moda e ottiene dagli uomini tutto ciò che desidera. Lui, spregiudicato e manipolatore, è però capaci di affetti profondi e sinceri.

È un romanzo unico, dettato di getto in meno di due mesi, ma ciò nonostante perfetto: una commedia umana, un itinerario spirituale.

Gli ingredienti di un romanzo avvincente ci sono tutti: storie d’amore appassionate, il fascino della memoria, i paesaggi “sublimi” propri del Romanticismo, il paradosso di un eroe che trova la sorgente della propria felicità in prigione.

E il tutto espresso con uno stile ben dosato, ironico e lieve, in frasi brevi che non appesantiscono la lettura.

Si percepisce che Stendhal amava questo romanzo in cui aveva dato vita ai suoi sogni,in cui aveva fatto rivivere la sua amata Italia e dato ai suoi personaggi quella vita esaltante che lui desiderava da giovane.

E così anche la prigione, che prende la forma di una fortezza, simbolo dell’assolutismo che minaccia la libertà, è un luogo in cui si può trovare la felicità e da cui si può evadere. Perché il romanzo è un inno alla libertà.

 

+30k Ornella Rizzo

+20k M.R.

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