
DATI ESSENZIALI:
- Titolo: “La lunga vita di Marianna Ucrìa”.
- Titolo originale: "La lunga vita di Marianna Ucrìa".
- Autore: Dacia Maraini;
- Nazionalità Autore: Italiana;
- Data di Pubblicazione: per la prima volta in Italia nel 1990;
- Editore: Rizzoli;
- Genere: Romanzo storico;
- Pagine: 265 p., brossura;
- Voto del Pubblico (IBS): 4,5 su 5.
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Recensione del Libro “La lunga vita di Marianna Ucrìa” di Dacia Maraini del 1990, genere Romanzo storico. Evidenzieremo il riassunto del libro “La lunga vita di Marianna Ucrìa” , l’analisi dei personaggi, i luoghi d’ambientazione, la collocazione temporale, lo stile di scrittura ed il narratore. Infine analizzeremo le tematiche trattate nel libro “La lunga vita di Marianna Ucrìa” con tanto di commento ed opinione del recensore articolista.
BIOGRAFIA DELL'AUTORE DEL LIBRO ''LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA'':
Dacia Maraini nacque a Fiesole nel 1936. La madre, pittrice, apparteneva all’aristocrazia siciliana, agli Alliata di Salaparuta, un casato di origini pisane e gli ambienti descritti ne “ La lunga storia di Marianna Ucria ” sono proprio quelli di Bagheria, vissuti in infanzia dalla scrittrice e descritti nei suoi diari.
Durante la Seconda Guerra Mondiale visse in Giappone con la famiglia che fu internata in un campo di concentramento giapponese dal 1942 al 1946.
Tornati in Italia i Maraini vissero per un po’ in Sicilia, in una tenuta della nonna materna. Ben presto però i genitori si separarono e il padre tornò in Toscana.
La scrittrice, divenuta maggiorenne, lo raggiunse a Roma dove si era trasferito, Qui nel 1962 ottenne il suo primo successo letterario con il romanzo “La vacanza”.
Con i romanzi successi Dacia Maraini ha vinto numerosi premi: il Premio Campiello con il romanzo storico “La lunga vita di Marianna Ucrìa” nel 1990, il Premio Strega con la raccolta di racconti “Buio” nel 1999, il Premio Cimitile nel 2007 con “Il Gioco dell’universo”.
Nel 1993 ha fondato a Roma il Teatro della Maddalena, gestito da sole donne per cui svolge attività di sceneggiatrice e dal 2016 è direttrice artistica del festival teatrale e latterario “Il Teatro sull’Acqua” di Arona sul Lago Maggiore.
Dal 1962 al 1978 è stata legata sentimentalmente ad Alberto Moravia.
RIASSUNTO DEL LIBRO ''LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA'': 
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Marianna Ucrìa di Fontanasalsa è la figlia sordomuta di una famiglia della piccola palermitana del ‘700. Il padre la tratta con tenerezza e complicità, mentre la madre sembra sempre diffidare di lei.
Marianna ha due sorelle e tre fratelli, il cui destino è già segnato secondo le tradizioni dell’epoca.
A tredici anni viene fatta sposare allo zio, Pietro Ucrìa di Campospagnolo, fratello della madre. Dopo quattro anni di matrimonio ha tre figlie Felice, Giuseppa e Manina, ma solo al quarto tentativo arriva l’agognato figlio maschio, Mariano, che Pietro, aspettava con ansia.
Marianna conduce una vita isolata in una villa a Bagheria, uscendo poco e passando le giornate a scrivere e a leggere. Non è felice perché nel suo matrimonio non riesca a trovare il calore dell’amore vero.
Un giorno scopre la domestica Fila in effusioni con il giovane Saro, che prova a sedurre anche lei.
Qualche tempo dopo Giuseppa viene data in moglie ad un uomo che ama , ma che non ne capisce la passione per la lettura e per le nuove idee illuministiche, Felice entra in convento e anche Manina si sposa.
Gli anni passano. Pietro muore. In un colloquio con il fratello Carlo a proposito del proprio mutismo, Marianna ricorda lo shock che le ha provocato la perdita dell’udito e della parola: la violenza sessuale subita a sei anni da parte dello zio Pietro, lo stesso che poi ha sposato. Il padre, che certamente sapeva, aveva poi aspettato il momento propizio per un matrimonio che portasse anche alla famiglia una ricca dote.
La vicenda si complica in un continuo intrecciarsi di vicende amorose sofferte e di scherzi del destino fino alla conclusione sulla vecchiaia rasserenata in un ambiente nuovo.
ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ''LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA'': 
Marianna è la protagonista e il filo conduttore dell’intera vicenda. Bambina fragile che resta segnata da un grave trauma infantile è però un personaggio dinamico che evolve fino a diventare una donna forte, che vive la propria vita al di fuori delle convenzioni sociali del tempo, consapevole dei propri sentimenti e delle proprie fragilità. Divenuta sordomuta, ha però affinato altri sensi, come l’olfatto e la vista, attraverso i quali può godere della bellezza del paesaggio siciliano.
La sua unica fonte di gioia durante la vita coniugale sono i figli, il cui destino però è già segnato.
- Suo padre, Signoretto, è un uomo ipocrita e approfittatore: sa che la figlia è stata violentata a soli sei anni e che per questo trauma è diventata sordomuta, ma aspetta il momento opportuno per poter “sanare” la situazione traendone anche un vantaggio economico. Ma Marianna lo ama teneramente.
- Dei cinque fratelli, solo con Carlo, Marianna riesce ad instaurare una relazione sincera, garbata e affettuosa.
- Lo zio Pietro è un uomo burbero e diffidente nei confronti di tutti. E’ un appassionato di araldica e ama fare passeggiate in campagna tra i limoni di cui cura personalmente la coltivazione.
- Il servitore Saro rappresenta l’irruzione della passione e degli istinti in un mondo ostinatamente ancorato a clichès comportamentali e a tradizioni obsolete.
LUOGHI D'AMBIENTAZIONE DEL LIBRO ''LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA'': 
Gran parte dell’azione si svolge in Sicilia, in particolare nella campagna di Bagheria. Marianna ne registra odori e immagini: gli alberi di limoni, le querce da sughero dai tronchi contorti, gli ulivi, i rovi ai bordi delle strade, l’odore di mentuccia, di sambuco e di terra umida. Tutto il paesaggio è poi incorniciato dalle colline dell’Aspra.
Ma questo paesaggio suggestivo e amato è in netta contrapposizione con la realtà affettiva dei personaggi in cui manca ogni gioia e in cui prevalgono la violenza e il sopruso.
Solo in vecchiaia Marianna si allontanerà da questa realtà condizionante e riuscirà a realizzare pienamente se stessa a Roma.
TEMPO (COLLOCAZIONE TEMPORALE) DEL LIBRO ''LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA'': 
L’azione si svolge nel ‘700, epoca di grande rinnovamento culturale in tutta Europa per la diffusione delle idee illuministiche.
La rivoluzione culturale illuminista non tocca però il retrogrado ambiente siciliano, legato ostinatamente a tradizioni e ruoli sociali immutabili, in cui i poveri sono considerati come un male che “ infesta” le città.
Malattie come la tisi e il vaiolo segnano la storia italiana di quegli anni e non risparmiano nessun ceto sociale, né i personaggi del romanzo.
Vengono anche illustrati i problemi del latifondo siciliano, degli autodafè e delle impiccagioni.
STILE DI SCRITTURA USATO NEL LIBRO ''LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA'': 
“La lunga vita di Marianna Ucrìa” è un romanzo storico.
Fabula e intreccio coincidono per gran parte del romanzo. L’unica analessi è il flashback attraverso il quale Marianna ricorda il trauma e la violenza che hanno indotto il suo mutismo
La narrazione è realistica e sottolinea, in modo quasi verghiano, la condizione di degradazione sociale in cui la protagonista è costretta dalle circostanze a vivere.
NARRATORE DEL LIBRO ''LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA'': 
Il narratore è esterno, ma non onnisciente. Il romanzo è infatti scritto in terza persona, ma non vengono fornite anticipazioni al lettore.
E’ quindi un esempio di focalizzazione esterna. Gli eventi vengono narrati da un testimone impersonale che li registra, ma non vengono esplicitati pensieri e conflitti interiori dei personaggi. Semmai il lettore riesce ad intuire alcuni sopiti conflitti dell’animo attraverso l’evolversi dell’azione e i dialoghi.
TEMATICHE TRATTATE NEL LIBRO ''LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA'': 
Argomento centrale è la descrizione della mentalità siciliana del ‘700, estremamente retrograda rispetto all’emergente mentalità illuminista che diffonde contemporaneamente nel resto d’Europa. In quest’atmosfera il destino di ogni donna è quello di sposarsi e di “figliare” per dare un erede maschio o generare altre figlie che possano sposarsi e “figliare”.
Connessa a questa tematica c’è quella dell’isolamento sociale dovuto ad una menomazione. Marianna sfrutta la propria disabilità a proprio vantaggio per potersi affrancare dal modo di pensare stagnante che la circonda e ne fa uno schermo con cui giustificare la sua diversità di donna che legge e scrive. Anche durante i rapporti sessuali con il marito, che poco hanno a che fare con l’’espressione di un rapporto affettivo o almeno di un appagamento fisico, Marianna crea uno schermo che la separa dalla dura realtà pensando ad altro.
Nel ‘700 il destino di una ragazza sordomuta era segnato: o finiva in manicomio o in convento. Il padre di Marianna evita alla figlia entrambe le ipotesi, dandola in moglie allo zio Pietro. Apparentemente questo è un gesto di grande affetto, un gesto estremamente protettivo mentre in realtà nasconde una terribile verità: lo zio Pietro è infatti l’incubo di Marianna e la causa della sua disgrazia.
COMMENTO DEL LIBRO ''LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA'': 
“La lunga vita di Marianna Ucrìa” è un romanzo molto coinvolgente da un punto di vista emozionale. Come donna mi sono sentita profondamente coinvolta nelle vicende della protagonista che ho visto crescere e fortificarsi man mano che procedevo nella lettura.
Sono rimasta impressionata dal realismo della scena dell’impiccagione a cui Marianna assiste con il padre Si tratta di un’impiccagione singolare in cui il condannato continua a dibattersi a lungo tra la vita e la morte con il collo gonfio e gli occhi fuori dalle orbite. E secondo me rappresenta lo spannung del romanzo, il momento di massima tensione del romanzo, che raccoglie in un’immagine tutta la violenza psicologica che pervade i rapporti interpersonali all’interno del romanzo.
Le descrizioni del paesaggio siciliano sono mirabili e coinvolgono tutti i sensi del lettore come durante un viaggio reale in questa terra arida e severa: i colori caldi, gli odori inebrianti, il calore sulla pelle….
Un romanzo da non perdere uscito dalla penna di una scrittrice che, anche per la sua abilità di sceneggiatrice, è sempre in grado di ricreare sulla pagina la realtà in modo tridimensionale.
E’ un romanzo di indiscutibile valore che ha pienamente meritato il titolo di “Romanzo dell’anno 1990” del Premio Campiello.
+30k Ornella Rizzo
+20k M.R.
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