- Titolo: “L’eleganza del riccio”.
- Titolo originale: "L’elégance du hérisson".
- Autore: Muriel Barbery.
- Data di Pubblicazione: la prima edizione risale al 2006; nel 2007 vede la luce la pubblicazione della versione italiana, tradotta da Emanuelle Caillat e Cinzia Poli.
- Editore: edizioni E/O (tascabili).
- Genere: Romanzo, Narrativa Moderna e Contemporanea (dopo il 1945).
- Pagine: 384 p.
- Voto del Pubblico (IBS): 3.41 su 5.
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BIOGRAFIA DELL'AUTORE DEL LIBRO ''L’ELEGANZA DEL RICCIO'':
Muriel Barbary (Casablanca, 28 maggio 1969), scrittrice francese, si è laureata in filosofia presso la prestigiosa École Normale Supérieure di Parigi ed è stata docente presso l’IUFM, Institut Universitaire de Formation des Maitres, situato a Saint-Lô (Normandia).
Dopo il primo romanzo, "Une gourmandise" (edito in Francia nel 2000), tradotto in 14 lingue e pubblicato in Italia nel 2001 con il titolo "Una golosità", l’autrice si cimenta in ciò che si rivelerà una delle sorprese editoriali del 2006: grazie a un passaparola sorprendente "L’eleganza del riccio", con oltre 2 milioni di copie vendute e 50 ristampe, si afferma come best-seller internazionale tradotto in 31 lingue e insignito di numerosi premi, tra i quali, nel 2006, il Prix Georges Brassens; nel 2007 il Prix Rotary International, il Prix des libraires, il Prix des Bibliothèques pour Tous.
Dal libro è stato tratto, nel 2009, il film dal titolo “Il riccio”, firmato Mona Achache, che ha incrementato ulteriormente le vendite.
Sfruttando l’onda del successo ottenuto con "L’eleganza del riccio", il primo romanzo viene ripubblicato, in Italia, con il nuovo titolo "Estasi culinarie", nella prospettiva di un riscatto editoriale; infatti, seppure anche questo lavoro possa essere considerato un’opera ricca di aspetti interessanti, al momento della sua prima uscita ottenne un’accoglienza piuttosto fredda da parte di pubblico e critica; eppure anche in "Estasi culinarie" il protagonista è, come i personaggi del secondo romanzo, affascinante in modo originale in quanto al confine tra normalità e follia.
Muriel Barbery da alcuni anni vive in Giappone.
RIASSUNTO DEL LIBRO ''L’ELEGANZA DEL RICCIO'':
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Renée, portinaia del palazzo di rue de Grenelle, e Paloma, figlia di un ex-diplomatico, raccontano in questo doppio diario la vita di una fetta rappresentativa della società alto-borghese del centro parigino. Per ragioni diverse entrambe celano, dietro l’immagine che la società pensa debbano avere, due personalità affascinanti e insolite: per evitare lo scontro con il resto del mondo ottuso, fingono di essere perfetti esempi del loro stereotipo.
E allora Renée, un’autodidatta dal linguaggio impeccabile e affamata di letteratura, filosofia e arte, nasconde i libri tra la spesa e lascia la televisione accesa per fare in modo che gli inquilini credano alla sua immagine di perfetta portinaia sciatta e ignorante; per essere certa di non essere scoperta, spesso di impegna a sbagliare volutamente qualche vocabolo e finge di non afferrare discorsi troppo articolati o farciti di citazioni kantiane.
Dal canto suo Paloma, dodicenne estremamente intelligente e arguta, recita il ruolo di ragazzina mediocre imbevuta di sottocultura adolescenziale; ha da tempo scoperto che la vita non è come gli adulti vogliono farle credere: proprio osservando il loro mondo con spirito critico e distacco, la bambina ha compreso che il futuro, pur dando l’illusione di qualcosa da costruire con obiettivi e impegno, è invece già stabilito. Ma Paloma non intende finire nella boccia come i pesci rossi e, pur cercando nel corso del romanzo qualche valido motivo per andare avanti, ha scelto di suicidarsi nel giorno del suo tredicesimo compleanno.
Il tempo scorre tranquillo, senza che si rompano gli equilibri degli abitanti del condominio: le due voci narranti esprimono i loro pensieri su vari argomenti, mentre descrivono le esistenze degli altri inquilini, delineandone con arguzia personalità e atteggiamenti.
Finalmente la stasi e la vita abitudinaria del palazzo vengono interrotte dall’entrata in scena di Kakuro Ozu, magnate giapponese in pensione che incuriosisce molti inquilini per il mistero che lo avvolge, mistero tra l’altro creato semplicemente dal suo carattere discreto seppur cordiale. Un personaggio interessante, dal sorriso benevolo e gentile, che risulta essere fondamentale per la svolta del racconto: con il suo acume farà cadere le maschere di Renéè e Paloma, facendo incontrare le loro vite.
L’uomo scopre la vera Renée, invitandola dolcemente e con pazienza a svelargli completamente il suo animo, i suoi gusti, la sua immensa cultura; Paloma vede in Kakuro Ozu la voce deliziosamente stonata in mezzo al coro del mondo degli adulti: è una persona che vede gli altri, che si confronta con gli altri, al di là delle norme sociali, della classe di appartenenza e dell’apparenza; scopre, allora, che la sua famiglia, insieme agli inquilini del palazzo, è sì una componente di una società ottusa, ma ne è una fetta, non la totalità. Adesso Paloma sa che la sua individualità non sarà spazzata via dal triste destino comune dell’età adulta, non dovrà necessariamente somigliare a quelle persone che lei tanto disprezza, poiché ha incontrato chi le ha presentato la possibilità della scelta.
ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ''L’ELEGANZA DEL RICCIO'':
Renée: portinaia al numero 7 di rue de Grenelle, si descrive “bassa, brutta, grassottella, ho i calli ai piedi e, se penso a certe mattine autolesionistiche, l’alito di un mammut”; tuttavia, sotto un’apparenza sciatta, si cela una persona colta e sensibile all’arte, amante della lettura e della buona musica, che cerca di nascondere con tutta se stessa le proprie inclinazioni così poco conformi, secondo l’opinione comune, allo stereotipo della portinaia. Renée tenta, pertanto, di rappresentare il modello che i condomini si aspettano che sia: parla con loro mantenendo un registro linguistico basso e si sforza di mostrare atteggiamenti e abitudini “di basso rango”, riuscendo nell’impresa fino al giorno in cui incontrerà Kakuro Ozu, un signore giapponese che coglierà le sfaccettature nascoste dell’animo di Renée.
Paloma: “ho dodici anni, abito al numero 7 di rue de Grenelle in un appartamento da ricchi. I miei genitori sono ricchi, la mia famiglia è ricca, e di conseguenza mia sorella e io siamo virtualmente ricche”. È una ragazzina particolarmente dotata, disillusa dal mondo che la circonda: ritiene che, a prescindere da un’acuta intelligenza, l’età adulta comporti un triste destino comune, una corsa che ostacola la percezione dell’assurdo, fa entrare in meccanismi conditi di agitazione e sofferenza che fanno perdere di vista il senso della vita. Paloma è determinata a non percorrere questa strada, a non finire nella boccia come un pesce: intende suicidarsi il giorno del suo tredicesimo compleanno, e ha già premeditato ogni dettaglio. La conoscenza di Renée e di Kakuro Ozu, insieme a un evento particolare, saranno la fonte del suo cambio di prospettiva e di rotta
Kakuro Ozu: uomo maturo, giapponese, che si presenta al numero 7 di rue de Grenelle verso la metà del romanzo; con il suo sorriso gentile e discreto e i suoi modi affabili e sinceri, sconvolge la quieta e abitudinaria vita di Renée e suscita vivo interesse e nuovi stimoli in quella della piccola Paloma. Ai fini dell’intreccio è, quindi, il personaggio chiave, colui che porta la storia a svilupparsi su binari inaspettati.
Kakuro Ozu non si presenta al lettore descrivendosi in prima persona, come invece accade per i primi due personaggi principali; non è annoverato, quindi, tra i narratori della storia; la sua prima descrizione è offerta da Renée: “Il nuovo arrivato è un signore sulla sessantina, molto presentabile e molto giapponese. È piuttosto basso, magro, il viso rugoso ma ben delineato. Tutta la sua persona trasuda benevolenza, ma avverto anche decisione, allegria e una bella determinazione”.
Un incontro fatale già dal primo momento: pur indossando Renée “l’abito da perfetta portinaia semiritardata”, quindi cercando di apparire sciatta, di poche, essenziali parole e cordiale il meno possibile, arriva presto l’attimo in cui, sia lei che il nuovo inquilino, sussultano contemporaneamente per un errore linguistico proveniente da un’altra inquilina del palazzo. Da questo momento la storia prende una piega diversa, in cui pian piano si rivelano gli aspetti più profondi dei personaggi, in tutta la loro affascinante unicità
LUOGHI D'AMBIENTAZIONE DEL LIBRO ''L’ELEGANZA DEL RICCIO'':
La storia si svolge interamente in un palazzo situato in una lussuosa e ricca via parigina, abitata da gente facoltosa: Rue de Grenelle. Gli ambienti, pertanto, sono sempre interni e si dividono tra l’appartamento della portinaia Renée e quelli dei ricchi inquilini del palazzo. Il romanzo fa riferimento al numero civico 7, al quale tuttavia non corrisponde alcun portone poiché si tratta di un palazzo d'angolo sede di un negozio appartenente a una nota griffe. Pare evidente, dunque, che l'autrice abbia volutamente evitato di citare una portineria realmente esistente, scegliendo un numero civico che non desse adito a possibili curiosità e problemi.
TEMPO (COLLOCAZIONE TEMPORALE) DEL LIBRO ''L’ELEGANZA DEL RICCIO'':
La storia è attuale, sviluppa un intreccio calato negli anni della Francia di oggi. È un romanzo narrativo contemporaneo, che affronta tematiche che possono riguardarci da vicino e che descrive fatti che si estendono nell’arco di un mese circa
STILE DI SCRITTURA USATO NEL LIBRO ''L’ELEGANZA DEL RICCIO'':
L’autrice fa uso di una scrittura raffinata, precisa e delicata; in quanto espressione dei due personaggi principali, Renée e Paloma, due figure femminili di vasta cultura e che esprimono grande amore per la lingua e le parole, lo stile del romanzo rispecchia perfettamente il loro mondo, espresso e inespresso.
È palese la profonda cura morfologica e sintattica dei periodi che, pur nella loro complessità, scorrono fluidi e permettono una lettura senza sforzo; poiché si tratta di una storia caratterizzata da una trama ricca di spunti descrittivi e di riflessione, priva di balzi temporali o vicissitudini rapide, di conseguenza anche la scrittura si prende i suoi spazi per invitare alla riflessione, non è verbosa a causa di azioni veloci, anzi risulta rilassante e chiara.
Uno stile caratterizzato da una punteggiatura impeccabile, da citazioni colte, sempre volte a rappresentare il mondo interiore delle due protagoniste; una scrittura apparentemente facile, punta di un iceberg la cui parte sommersa è stata costruita con cura del dettaglio e attenzione al lessico e alla costruzione della frase. E la resa è magnificamente semplice e piacevole.
NARRATORE DEL LIBRO ''L’ELEGANZA DEL RICCIO'':
Il romanzo presenta due narratori interni, che si dividono i capitoli e si alternano creando continuità e contrapposizione, analogie e discordanze che per forza di cose coesistono: due protagoniste, lontane per età e classe sociale, eppure così simili per intelligenza, cultura e modi di osservare la vita intorno a loro. Due figure che raccontano la quotidianità del condominio di rue de Grenelle, che viaggiano su binari paralleli durante buona parte del racconto, e che la comparsa di Kakuro Ozu fa incontrare intimamente solo dalla metà della storia in poi.
Il romanzo presenta, dunque, la cosiddetta focalizzazione interna, anche se nello specifico si tratta di due punti di vista, due focus. Modello particolarmente in voga nella letteratura dei giorni nostri quello della doppia voce narrante, bisogna concedere all’autrice il riconoscimento di un merito raro: aver reso tale modello, forse usurato dal troppo utilizzo, un elemento rivitalizzato grazie alla caratterizzazione singolare degli stessi personaggi messi in gioco. Due voci narranti divertenti ma allo stesso tempo profonde, che toccano argomentazioni che sfiorano le vette del filosofico e del poetico, per poi ricadere nella ben più concreta, dissacrante e, spesso, ingiusta realtà.
TEMATICHE TRATTATE NEL LIBRO ''L’ELEGANZA DEL RICCIO'':
Il romanzo immerge il lettore in una zona lussuosa del centro di Parigi, in un sontuoso palazzo in cui vive uno spicchio di alta borghesia della città; rappresenta, quindi, un microcosmo in cui poter individuare facilmente i tratti salienti e tipici di questa classe sociale; molti inquilini sono stereotipi del classico ricco borghese, snob e superficiale nei rapporti con le altre persone, rapporti peraltro costruiti proprio mantenendo come indice di valutazione la classe sociale di appartenenza. Due figure, nella massa poco eterogenea che abita al numero 7 di rue de Grenelle, spiccano per la loro diversità e il loro essere l’una il riflesso dell’altra; sono entrambe determinate a mantenere un’apparenza che rispecchi ciò che gli altri si aspettino che esse siano: Renée, la portinaia del palazzo, ostenta sciatteria, poca intelligenza e dipendenza da tv spazzatura; Paloma mantiene il suo livello scolastico nella norma, imitando la seconda della classe. Tuttavia, entrambe nascondono personalità assai lontane da ciò che si preoccupano di mostrare al mondo; il lettore ne è informato fin dall’inizio, ma le due protagoniste si riveleranno l’una agli occhi dell’altra solo grazie all’incontro con Kakuro Ozu.
Anche le “comparse”, oltre alle figure principali, sono sapientemente delineate dalle voci narranti come esempi perfetti del loro stereotipo; il padre di Paloma viene da quest’ultima riassunto in poche, significative frasi: “Mi piace guardarlo quando si tira su le maniche della camicia, si toglie le scarpe, si accomoda per bene sul divano davanti alla partita con birra e salame e dichiara: «Scoprite l’altro uomo che è in me». A quanto pare non gli viene in mente che uno stereotipo (il serissimo signor ministro della Repubblica) sommato a un altro stereotipo (nonostante tutto, il bravo ragazzo che apprezza la birra fresca) possano dare uno stereotipo al quadrato”. Per quanto riguarda la madre aggiunge: “La mamma era seduta in equilibrio precario sul bracciolo del divano, per manifestare chiaramente la sua disapprovazione (nella famiglia stereotipo aggiungerei l’oca-intellettuale-di-sinistra), e tormentava papà con la complicata storia di una cena a cui dovevano invitare due coppie in crisi perché facessero pace”.
Dalla tematica-fulcro scaturisce un corollario di temi non meno importanti, i quali concorrono alla struttura narrativa e la rendono funzionante e vivace: amicizia vera contrapposta a rapporti superficiali e di convenienza, incontro di anime che si scrutano nel profondo e, lì, si amano; disincanto causato da un mondo che si lascia plasmare dalle apparenze, ma anche presa di coscienza della possibilità di un riscatto. Il romanzo è, inoltre, condito con citazioni letterarie raffinate, pervaso da tematiche filosofico-esistenziali spiegate attraverso concetti semplici dalle due protagoniste, voci della stessa autrice (laureata in filosofia).
COMMENTO DEL LIBRO ''L’ELEGANZA DEL RICCIO'':