- Titolo: “Il manoscritto ritrovato ad Accra”.
- Titolo originale: "Manuscrito encontrado em Accra".
- Autore: Paulo Coelho;
- Nazionalità Autore: Brasiliano;
- Data di Pubblicazione: per la prima volta in Spagna nel 2012 e in Italia nel settembre dello stesso anno;
- Editore: Bompiani;
- Genere: Narrativa;
- Pagine: 176 p., rilegato.
- Voto del Pubblico (IBS): 2,4 su 5.
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BIOGRAFIA DELL'AUTORE DEL LIBRO ''IL MANOSCRITTO RITROVATO AD ACCRA'':
Paulo Coelho è nato a Rio de Janeiro, in Brasile, nell’agosto del 1947. Prima di divenire un noto scrittore di fama internazionale, ha avuto una vita molto intensa e piena di ostacoli da superare.
Durante l’adolescenza cominciò a frequentare determinati circoli artistici e per questo fu incarcerato e sottoposto a torture fisiche per presunte attività sovversive contro la dittatura brasiliana.
Tra il 1966 e il 1968 i genitori lo fecero ricoverare per tre volte in una clinica psichiatrica, nella quale fu sottoposto ad una brutale terapia di elettroshock, perché reputavano i suoi atteggiamenti ribelli come un segno di pazzia.
Qualche anno dopo, Coelho, incontrò la rock star Raul Seixas, aderì al movimento hippie e insieme, tra il 1973 e il 1982, composero circa 120 canzoni, che rivoluzionarono la musica pop in Brasile.
A Dachau, città tedesca della Baviera, e qualche tempo dopo ad Amsterdam, Paulo ebbe un incontro mistico molto importante con “J”, il suo futuro mentore, il quale lo convinse a percorrere il Cammino di Santiago de Compostela, un pellegrinaggio il cui percorso si snoda tra Francia e Spagna.
Così, nel 1986, all’età di 38 anni, Paulo Coelho intraprese il Cammino di Santiago di Compostela: fu in quell’occasione che riabbracciò il cristianesimo, riscoprendo quella fede che gli era stata trasmessa dai monaci gesuiti durante il periodo della scuola.
Coelho avrebbe poi descritto questa importante esperienza nel suo primo libro, “Il cammino di Santiago”, pubblicato nel 1987.
L’anno successivo, fu pubblicato il suo secondo romanzo, “L’Alchimista” (1988), al quale deve la sua fama mondiale.
Tra i titoli più importanti della sua produzione troviamo anche: “Brida”, “Il dono supremo”, “Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto”, “Monte Cinque”, “Il manuale del guerriero della luce” (1997), “Veronika decide di morire” (1998) e “Il Diavolo e la signorina Prym”.
Tra le pubblicazioni più recenti si ricordano: “Undici minuti”, “Lo Zahir”, “Sono come il fiume che scorre”, “La strega di Portobello” e “Il vincitore è solo”, “Le Valchirie” (1992), “Aleph”, “Il manoscritto ritrovato ad Accra” (2012) e infine, “Adulterio” (2014), tutti editi in Italia dalla casa editrice Bompiani.
Durante la sua carriere, Paulo Coelho, ha ricevuto numerosi premi internazionali. Dal 2002 è membro della prestigiosa Accademia Brasiliana delle Lettere e il suo nome compare anche nel Guinness dei Primati grazie al romanzo “L’Alchimista”, per il maggior numero di traduzioni: più di 160 Paesi e più di 70 lingue.
Nel 2007, nella Giornata internazionale della pace tenutasi presso la sede dell’ONU a New York, Coelho è stato nominato nuovo messaggero della pace per il suo contributo nel campo della letteratura.
RIASSUNTO DEL LIBRO ''IL MANOSCRITTO RITROVATO AD ACCRA'':
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Su un papiro ritrovato nei pressi della città di Accra, databile indicativamente all'anno 1307, è riportata l'esatta trascrizione in lingua araba, ebraica e latina delle parole che il Copto – un saggio proveniente da Atene – pronuncia il pomeriggio del 14 luglio 1099 (o anno 4859 o anno 492) nella stessa piazza di Gerusalemme in cui ''un millennio or sono il prefetto romano Ponzio Pilato consegnò Gesù Cristo alla folla''. Quel giorno invece mussulmani, ebrei e cristiani si preparano all'assalto delle truppe francesi e sono lì riuniti al cospetto del Copto e dei tre patriarchi delle tre religioni nate in quella città.
Il Copto inizia a parlare e, come accadeva nella Grecia arcaica quando i discepoli interrogavano i loro maestri su un argomento nuovo e sul quale si obbligavano a riflettere, dice:
''Voi mi porrete le domande, e io risponderò''.
Tutto ciò al fine di tramandare ai posteri, attraverso la memoria, le difficoltà da affrontare perché – egli afferma – poche saranno le cose che cambieranno negli anni avvenire. Risponde così alle domande dei suoi interlocutori per prepararli a quanto avverrà conferendo significati nuovi a parole già note perché ne possano fare tesoro per se stessi e per gli altri.
''Adesso, le mie parole forse non avranno alcuna utilità, visto che siamo alla vigilia di un assalto e di un'invasione. Comunque, annotatele e preoccupatevi di tramandarle, affinché in futuro le genti dei quattro angoli del mondo possano sapere come vivevamo a Gerusalemme''.
Parla di sconfitta ma anche di successo, di bellezza e di eleganza, di sogni, di amore e di sesso, di lealtà, di nemici...
''Nessuno può tornare indietro, ma tutti possono andare avanti''.
La folla, i capi religiosi, tutti ascoltano in silenzio. C'è chi memorizza mentalmente, chi annota freneticamente. Altre parole sono profferite mentre la sera avanza e, insieme a esse, profonde sono le riflessioni scaturenti.
''Andate, dunque, e raccontate la storia di ciò che è accaduto questo pomeriggio''.
Questo l'invito che nella piazza si ripete in un'atmosfera che, alla vigilia di un'invasione nemica, appartiene a un qualcosa che si avvicina a una sorta di “visione onirica” ma che lascia il segno nella memoria di chi lo ascolta.
ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ''IL MANOSCRITTO RITROVATO AD ACCRA'':
A parte il narratore iniziale identificato nella prima sezione che non ha nome e di cui si conoscono solo la città in cui vive, Gerusalemme, l'età – 21 anni – e il fatto che ha due genitori che gli danno affetto e una donna che ama e che lo ricambia, che sappiamo che Yakob è il suo amico d'infanzia, il personaggio principale de ''Il manoscritto ritrovato ad Accra'' è il Copto, “un greco conosciuto con questo soprannome''.
Del Copto si sa che “è un tipo strano” e che ancora adolescente lascia Atene, la città natale, per andare alla ricerca di ricchezze e avventure sino ad approdare, “smagrito e affamato”, a Gerusalemme. In questa città trova lavoro presso una bottega da ciabattino e inizia ''ad annotare tutto ciò che vedeva e udiva a futura memoria''. Egli crede unicamente nel presente e non ha una fede religiosa precisa.
''Non si è avvicinato ad alcuna fede religiosa, e nessuno ha tentato di convincerlo a farlo''.
Tutto quanto poi si riconduce alla personalità e alla dimensione psicologica del protagonista, lo si desume dalla lettura delle risposte che egli rende ai suoi vari interlocutori.
Coloro che gli pongono le varie domande fanno parte della folla che si è radunata nella piazza: donne, uomini giovani e meno giovani di religione mussulmana, ebrea e cristiana.
Citiamo inoltre i tre capi religiosi che aggiungono le loro parole a quelle del Copto: il rabbino, l'imam della moschea di Al-Aqsa e il sacerdote cristiano.
LUOGHI D'AMBIENTAZIONE DEL LIBRO ''IL MANOSCRITTO RITROVATO AD ACCRA'':
Gli episodi, la storia, i fatti narrati nel libro intitolato ''Il manoscritto ritrovato ad Accra'' avvengono presso una piazza della città di Gerusalemme.
Ma non si tratta di una piazza qualunque, e difatti dal libro stesso leggiamo che:
''Molti secoli fa, in questa piazza venne giudicato un uomo, che fu consegnato a una condanna già decisa''.
Davanti al Copto una grande folla di uomini e donne si è riunita per prepararsi a restare fedele alla propria città e questo nonostante il pericolo dell'imminente attacco militare.
TEMPO (COLLOCAZIONE TEMPORALE) DEL LIBRO ''IL MANOSCRITTO RITROVATO AD ACCRA'':
Difficile dare una collocazione temporale precisa di questo libro coelhiano. ''Il manoscritto ritrovato ad Accra'' essendo la trascrizione tradotta di un documento antico riporta intrinsecamente alcune indicazioni temporali – tra l'altro discordanti – che si riportano così come scritte testualmente. Dalla prima pagina del testo vero e proprio si cita, infatti, quanto segue:
''Per la nostra famiglia oggi è il 14 luglio 1099. Per la famiglia di Yakob […] siamo nel 4859. Per il venerabile Ibn al-Athir […] sta per concludersi l'anno 492''.
In ogni caso lo svolgimento della narrazione si ha all'incirca nell'arco di un pomeriggio di una giornata particolare: alla vigilia di un attacco militare quando il protagonista, il Copto, prende la parola.
''Per lui, non siamo né nel 1099 né nel 4859 né, tanto meno, alla fine dell'anno 492. Il Copto crede unicamente nel presente...''.
STILE DI SCRITTURA USATO NEL LIBRO ''IL MANOSCRITTO RITROVATO AD ACCRA'':