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Recensione, Analisi, Riassunto ed Opinioni del Libro ''Il morso del serpente''DATI ESSENZIALI:

  • Titolo: “Il morso del serpente”.
  • Titolo originale: "In Pursuit of the Proper Sinner".
  • Autore: Elizabeth George;
  • Nazionalità Autore: Statunitense;
  • Data di Pubblicazione: 1999;
  • Editore: TEA (collana ''Teadue'');
  • Genere: Giallo;
  • Pagine: 574 p., brossura; 
  • Voto del Pubblico (IBS): 4 su 5

 

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BIOGRAFIA DELL'AUTORE DEL LIBRO ''IL MORSO DEL SERPENTE'': 

Elizabeth George, scrittrice statunitense di thriller di fama mondiale, è nata in Ohio, a Warren, il 26 febbraio 1949, ma, quando era poco più che neonata, si è trasferita con la sua famiglia nel nord della California, vicino S. Francisco.

Lì è cresciuta, si è laureata in Lettere Umanistiche e ha conseguito un dottorato in psicologia.

Ha iniziato a lavorare come insegnante d’inglese, vincendo nel 1985 Il Premio Insegnante dell’Anno per il suo lavoro a sostegno degli studenti in situazioni di disagio, impegno sostenuto per quasi un decennio.

Ha lasciato l’insegnamento, a parte alcune sporadiche lezioni universitarie sul suo stile letterario, dopo essersi trasferita a Londra e aver pubblicato il suo primo romanzo nel 1988 intitolato “E liberaci dal padre” (titolo originale A Great Deliverance).

Con tale libro ha vinto il Premio Agatha, il Premio Anthony e il Gran Premio Francese per la Letteratura Poliziesca.

Ha pubblicato oltre sette milioni di copie di suoi romanzi solo negli Stati Uniti. Suoi tratti distintivi sono la studio psicologico, le descrizioni dell’ambiente urbano e la tensione drammatica.

Undici dei suoi romanzi sono stato oggetto di trasposizioni televisive da parte della BBC nella serie dal titolo “I misteri dell’Ispettore Lynley”.

Ora vive tra Londra e lo stato di Washington e nel 1997 ha creato la Fondazione Elizabeth George a sostegno di scrittori inediti e di giovani in situazione di svantaggio sociale.

 

RIASSUNTO DEL LIBRO ''IL MORSO DEL SERPENTE'': Indice dell'Analisi del Libro ''Il morso del serpente''

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A Londra si suicida l’impresario di musical, David King-Ryder, dopo il successo della prima rappresentazione di una sua nuova opera.

Poco tempo dopo nell’impervia brughiera di Calder Moor nel Derbyshire vengono trovati i corpi senza vita di Nicola Maiden, figlia di un ex poliziotto dello SO10, e di un artista squattrinato, Terry Cole.

Ma non si tratta di incidenti causati dalla pericolosità dell’ambiente, bensì di due violenti omicidi. Quale può essere il legame tra queste due uccisioni? E tra queste e il suicidio londinese?

Ad indagare a fianco della polizia locale sarà chiamato, su richiesta esplicita del padre di Nicola, l’Ispettore Thomas Lynley di Scotland Yard, appena tornato dal viaggio di nozze con la giovane moglie Helen.

Ad assisterlo in prima linea sarà l’agente investigativo Winston Nkata, mentre la sua partner abituale, Barbara Havers, degradata per un grave atto di insubordinazione in cui ha quasi ucciso una collega per salvare una bambina in pericolo, condurrà un’indagine parallela, cercando di riabilitarsi.

Ben presto Nicola si rivela non essere l’integerrima studentessa di giurisprudenza che tutti credevano, ma una prostituta specializzata in incontri di sesso sadomaso, che prima lavorava per l’agenzia di escorts di un certo Martin Reeve e che da poco si era messa in proprio.

Gli interrogativi si moltiplicano. È stato forse Andy Maiden ad uccidere la figlia dopo averne scoperto il segreto sopraffatto dalla vergogna e dall’umiliazione? Forse qualche uomo si era innamorato della ragazza e non ha resistito alla frustrazione di non poterla avere tutta per sé’?

O qualche moglie ha deciso di elimare una potenziale rivale dopo aver scoperto il vizio perverso del marito? E cosa c’entra Terry Cole in tutto questo? Conosceva la ragazza o si è solo trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato?

Lynley è convinto che l’assassino sia legato alla torbida vita di Nicola, mentre Barbara, a cui è stato affidato un incarico marginale, ma che si è casualmente imbattuta in una pista diversa, propende per il movente del ricatto: secondo lei è Terry la vittima designata.

Tra colpi di scena, contrasti e dubbi personali che s’insinuano nell’animo di tutti i personaggi e domande esistenziali sul significato di cosa sia giusto e cosa sbagliato, l’Ispettore Lynley e la sua squadra giungeranno all’imprevedibile soluzione del mistero.

 

ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ''IL MORSO DEL SERPENTE'': Indice dell'Analisi del Libro ''Il morso del serpente''

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Uno dei tratti salienti della narrativa di Elizabeth George è la profondità dell’analisi psicologica dei suoi personaggi, anche di quelli minori o delle pure comparse: la lolita, l’anziano alcolista proprietario di un maniero in decadimento….

Anche in questo romanzo, dove la descrizione fisica dei protagonisti è solo accennata perché si tratta di un sequel nella serie dedicata all’Ispettore Thomas Lynley, gli elementi distintivi delle diverse personalità sono delineati con precisione e ogni azione e ogni reazione dei diversi personaggi scaturisce con naturalezza dalle pieghe delle loro esperienze emotive, che la George indica al lettore senza mai appesantire la pagina.

Il protaggonista è Thomas Lynley, duca di Asherton, ispettore di Scotland Yard. Abbronzato, atletico, ha i capelli così biondi da sembrare ossigenati. L’educazione ricevuta in costose scuole private è evidente nel linguaggio e nel tono che usa. Di lui sappiamo che ha avuto nel passato varie relazioni burrascose in cui ha sempre assunto una posizione dominante, fino al recente matrimonio con Helen.

Non è mai riuscito a perdonare la madre per aver tradito il padre gravemente malato, ormai sul letto di morte, pur essendo consapevole dei sacrifici che la donna ha dovuto affrontare per mantenere unita la famiglia sia nel momento della malattia che in seguito al lutto.

Questo trauma della gioventù, mai completamente metabolizzato, ha determinato una certa tendenza a vedere le cose in bianco e nero, come lo rimprovera la moglie durante la loro prima discussione coniugale e come l’ispettore ammette con l’agente Havers alla fine del romanzo. Sa però chiedere scusa ed ammettere i propri errori.

C’è poi l’agente Barbara Havers, naturalmente insofferente a seguire le regole, sempre pronta ad assecondare le ragioni del cuore, molto intuitiva e determinata.

C’è poi Winston Nkata, l’agente investigativo di colore, un groviglio di contraddizioni: con un passato molto burrascoso vissuto per strada, tanto da meritarsi il soprannome di “Demone della morte”, è tornato sulla retta via entrando in polizia. Ora vive con i genitori e spesso si preoccupa di ciò che penserebbe sua madre se venisse a conoscenza del mondo di depravazione con cui il figlio viene in contatto durante l’indagine.

É un agente affidabile, molto tenace, lavoratore instancabile, l’unico a riconoscere i meriti di Barbara e ad offrirle una possibilità di riscatto. Ha una lunga cicatrice sul volto e un accento misto tra africano, caraibico e londinese. Alto come il suo superiore, ha una forza più elastica che muscolare.

Ma non meno definiti sono alcuni personaggi minori come Andy e Nan Maiden, i genitori della ragazza uccisa. Andy soprattutto, colpisce il lettore per la sua integrità morale, tale da fargli riportare conseguenze neurologiche per la doppiezza della sua passata vita da infiltrato e tale da far convergere su di lui i sospetti della polizia del Derbyshire.

 

LUOGHI D'AMBIENTAZIONE DEL LIBRO ''IL MORSO DEL SERPENTE'': Indice dell'Analisi del Libro ''Il morso del serpente''

L’azione si divide tra Londra e il Derbyshire. Dopo un prologo ambientato nel West End, l’azione si sposta repentinamente a Calder Moore.

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Sebben Londra sia delineata nei suoi aspetti caratteristici (l’alternanza e la convivenza l’uno accanto all’altro di quartieri malfamati con altri residenziali, borghesi o aristocraticamente opulenti), maggiore ricchezza di dettagli è dedicata al paesaggio brumoso e accidentato, ricco di insidie, dell’ambientazione di campagna.

Il luogo del ritrovamento, così come l’impervio sentiero da attraversare per raggiungerlo, sono descritti minuziosamente; altrettanto si può dire del bed and breakfast della famiglia Maiden o dell’antico maniero ormai in rovina di Julian, ma poi nei ringraziamenti finali l’autrice ci stupisce e precisa che Calder Moor non esiste, che si tratta di un luogo di pura immaginazione creato per adattare il paesaggio alle esigenze della storia.

 

TEMPO (COLLOCAZIONE TEMPORALE) DEL LIBRO ''IL MORSO DEL SERPENTE'': Indice dell'Analisi del Libro ''Il morso del serpente''

L’azione è ambientata nell’Inghilterra contemporanea ed Elizabeth George delinea con rapidi schizzi le contraddizioni di questa realtà in continua alternanza tra i due poli della dicotomia valori della tradizione-trasgressione dell’innovazione, civiltà multiculturale e multietnica in cui il nobile e istruito Thomas Linley può lavorare fianco a fianco con il teppista redento Winston Nkata e la borghese e poco femminile Barbara Havers.

La durata dell’azione è quella dell’indagine, ma frequente è il ricorso all’analessi con i personaggi che rivivono momenti fondamentali della loro esistenza passata fornendo così dettagli fondamentali per seguire i moventi e lo sviluppo dell’azione e definendo a tutto tondo la loro personalità.

 

STILE DI SCRITTURA USATO NEL LIBRO ''IL MORSO DEL SERPENTE'': Indice dell'Analisi del Libro ''Il morso del serpente''

In un’intervista sul Writer’s Digest del febbraio 2002 la George afferma di scrivere cesellando come un artigiano, partendo in ogni sua trama da un’idea-base in cui le sono chiari vittima, assassino e movente.

Da quest’idea di partenza comincia poi a delineare i personaggi, arricchendoli di descrizione fisica e psicologica, nonchè di storia familiare.

In seguito la scrittrice aggiusta e dosa la trama seguendo le necessità imposte dalle fisionomie da lei create, plasmandola come creta, fino all’epilogo finale, esattamente quello voluto in partenza.

Dapprima butta giù il materiale in forma di stream of consciousness. Poi aggiusta il linguaggio che nella versione definitiva è sempre minuziosamente curato ed adeguato all’ambientazione.

E lo stream of consciousness, privo di punteggiatura, apparentemente sconnesso perché segue le pieghe della coscienza, rimane solo nei momenti introspettivi dei personaggi in preda a vere e proprie bufere emotive. È in questi casi di analisi introspettiva che avviene talvolta il ricorso all’analessi.

La traduzione italiana cerca di rendere i diversi accenti e le intonazioni dei personaggi, ma sicuramente qualcosa si perde rispetto alla versione originale in perfetto inglese britannico, nonostante la George sia americana.

Il romanzo è lungo, ma lo stile resta impeccabile per tutta la narrazione e saldamente ancorato ai migliori meccanismi di creazione della suspense, propri del genere giallo, tanto da tenere il lettore sempre attaccato alla pagina.

 

NARRATORE DEL LIBRO ''IL MORSO DEL SERPENTE'': Indice dell'Analisi del Libro ''Il morso del serpente''

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Il narratore è esterno e omnisciente. La sua conoscenza non lascia mai trapelare dettagli e indizi che potrebbero compromettere la suspense dell’azione, ma si mostra in modo evidente nelle sequenze riflessive durante le quali i pensieri più reconditi dei personaggi vengono esplicitati sulla pagina.

Ciò avviene per esempio quando l’Ispettore Lynley nel Derbyshire ripensa alla discussione avuta con la moglie Helen prima della partenza, quando egli s’interroga sul significato dell’amore mentre si reca all’appartamento di Vi Nevin a Londra, o quando Martin Reeve scopre di essere stato denunciato dalla moglie Tricia e in altri molteplici episodi.

 

TEMATICHE TRATTATE NEL LIBRO ''IL MORSO DEL SERPENTE'': Indice dell'Analisi del Libro ''Il morso del serpente''

Una delle tematiche centrali sviluppate in questo romanzo, ma comune a tutta la produzione della George, è quella della famiglia: famiglie tradizionali, famiglie allargate, famiglie apparentemente felici ma che sotto la facciata nascondono torbidi segreti, famiglie in cui tutti i membri sono così indissolubilmente legati, interconnessi, che poi risultano dipendenti, o castranti gli uni per gli altri.

Altro tema centrale, strettamente collegato al primo, è quello dell’ipocrisia nei legami interpersonali, dell’importanza data alle apparenze per salvaguardare la propria immagine sociale, senza correre il rischio di intaccare la solidità dei propri rapporti interpersonali e delle proprie relazioni affettive.

Nicola Maiden finge di essere una studentessa di giurisprudenza, impiegata per un lavoro estivo nel Derbyshire, ma in realtà è una prostituta londinese specializzata in sesso sadomaso.

Sia il padre che la madre hanno scoperto il suo segreto, ma per amore, per proteggersi l’un l’altro dall’umiliazione e dalla vergogna, lo tengono nascosto e questa tenacia nel custodire un tormento, avvelenerà le loro esistenze e porterà ad una nuova tragedia: il suicidio di Andy, sopraffatto dalla solitudine, dall’impossibilità di condividere il proprio dolore, dall’errata consapevolezza di non essere riuscito ad arrestare la catastrofe.

E la finzione è la matrice di fondo di molti dei rapporti interpersonali presenti nel romanzo: fingono con i loro familiari molti dei clienti di Nicola; finge Samanta che nasconde il proprio amore per il cugino; finge persino Barbara Havers con i suoi vicini pachistani, per gentilezza, per non far capire loro di essere stata degradata a causa del suo intervento a protezione della loro bambina.

E il dramma che avvelena l’esistenza di Linley, anche in questo momento felice della sua esistenza, al suo ritorno dalla luna di miele, è ancora, dopo tanti anni, quella che lui considera l’ipocrisia della madre che tradiva il padre, durante una lunga ed estenuante malattia, persino negli ultimi giorni di vita, ma salvaguardando sempre il proprio ruolo di madre e di aristocratica.

Due temi dunque che s’intrecciano indissolubilmente a fornire una visione univoca della realtà.

 

COMMENTO DEL LIBRO ''IL MORSO DEL SERPENTE'': Indice dell'Analisi del Libro ''Il morso del serpente''

Il romanzo convince per l’intreccio perfetto dove ogni tassello del puzzle s’incastra perfettamente nell’altro fino ad arrivare alla soluzione finale.

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Anche quando ci si addentra nei meandri della psiche dei personaggi minori, come nel caso di Nan Maiden o quando ci si dilunga su descrizioni d’ambienti e su dettagli forensi, nulla è superfluo.

È evidente che fin dall’inizio la scrittrice ha in mente l’intera storia almeno nei suoi nuclei essenziali: l’assassino, la vittima e il movente e briciole di questa conoscenza vengono lasciate sul cammino investigativo del lettore con sapiente maestria.

A colpirci è poi la sua capacità di analisi psicologica, un vero e proprio talento, in grado di farci delle vere e proprie rivelazioni sul carattere dei personaggi anche osservando gesti semplici e apparentemente insignificanti come scegliere la carta da parati: ciò ad esempio avviene nel caso di Lady Helen, la moglie dell’Ispettore Linley.

Un merito di Elizabeth George è il non dover mai ricorrere a situazioni spettacolari come in tanta letteratura gialla contemporanea. Il suo successo infatti è legato alla capacità di utilizzare lo stile della letteratura britannica gialla dell’età dell’oro, quando una buona tecnica di scrittura e la caratterizzazione dei personaggi predominavano sulla violenza e sugli elementi cruenti. .

C’è infine nella George un attenzione meticolosa alla qualità della forma e alla purezza della lingua usata, sempre curata: un perfetto inglese britannico nonostante la scrittrice sia statunitense, probabilmente per un riflesso d’anglofonia, residuo del suo precedente lavoro di docente di lettere. La scrittrice s’inserisce così a pieno titolo tra i classici del genere accanto a giganti come Agatha Christie.

 

+30k Ornella Rizzo

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