- Titolo: “I viaggi di Gulliver”.
- Titolo originale: "Gulliver’s Travels".
- Autore: Jonathan Swift;
- Nazionalità Autore: Inglese.
- Data di Pubblicazione: per la prima volta in Gran Bretagna nel novembre 1726, poi riveduto nel 1735;
- Editore: Garzanti;
- Genere: Classici;
- Pagine: XXI-282P., brossura
- Voto del Pubblico (IBS): 3,71 su 5.
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BIOGRAFIA DELL'AUTORE DEL LIBRO ''I VIAGGI DI GULLIVER'':
Jonathan Swift nacque a Dublino nel 1667 e li ricevette la sua istruzione, prima alla Kilkenny Grammar School , poi al celebre Trinity College.
Dopo aver lasciato l’università divenne il segretario di Sir William Temple e cominciò a interessarsi di politica.
Ma ben presto cominciò a sentirsi insoddisfatto della piega che stava prendendo la sua carriera e nel 1694 abbandonò l’attivismo per entrare nella vita ecclesiastica, limitandosi ad interessarsi al dibattito politico con i suoi scritti.
Tra il 1696 e il 1699 scrisse “Favola di una botte” e “Una proposta modesta”, pubblicate rispettivamente nel 1704 e nel 1729. La prima è una sottile satira in prosa sulla pedanteria delle dottrine religiose del suo tempo.
La seconda è una satira terribile e caustica in cui si propone provocatoriamente di risolvere la crisi economica irlandese dando da mangiare i bambini poveri ai ricchi, con tanto di ricette per renderli più appetibili.
Inoltre nel 1697 partecipò alla Querelle illuminista sul primato tra Antichi e Moderni, schierandosi decisamente a favore dei primi con il testo “La battaglia dei libri”. Con queste opere Swift si fece molti nemici sia nell’ambiente politico che in quello religioso.
Al contrario, quando nel 1713 fu nominato Decano di St. Patrick a Dublino, divenne molto popolare in Irlanda tra la povera gente per le sue opere di beneficenza.
Il suo comportamento diventava però sempre più stravagante e si diffuse ben presto l’opinione che fosse impazzito, tanto che nel 1742 fu dichiarato incapace di intendere e di volere. Morì nel 1745.
Nel XVIII e nel XIX secolo la sua reputazione letteraria subì una flessione, per le accuse dei critici di essere eccessivamente polemico e volgare, ma ritornò in auge nel XX secolo.
RIASSUNTO DEL LIBRO ''I VIAGGI DI GULLIVER'':
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Gulliver è un medico di bordo che si trova ad affrontare varie vicissitudini durante i suoi imbarchi.
Il primo viaggio vede Gulliver risvegliarsi sull’isola di Lilliput dopo il naufragio della sua nave, l’Antilope. L’isola è popolata da esseri piccolissimi che dopo aver fatto prigioniero il protagonista, si rivelano in realtà molto ospitali. Ricevuto dall’imperatore, Gulliver diventa ben presto una risorsa per il regno nella guerra contro il vicino popolo di Blefuscu, guerra nata per futili motivi: il modo corretto di aprire le uova.
Ma le cose cambiano di nuovo quando Gulliver è accusato di alto tradimento per aver estinto un incendio al palazzo reale con la propria urina. Condannato all’estirpazione degli occhi e a morire di fame, fuggirà nell’isola di Blefuscu e qui riuscirà a procurarsi un’imbarcazione per ritornare in Inghilterra, dove resta per due mesi con la sua famiglia.
Il secondo viaggio di Gulliver comincia con il suo imbarco sulla nave Adventure. Per una sfortunata coincidenza viene abbandonato su un’isola apparentemente deserta che si rivelerà essere abitata da giganti. Un contadino e la sua famiglia si prenderanno cura di lui, soprattutto la figlia Glumdalclitch. Fatto esibire nelle fiere, Gulliver diventa un fenomeno da baraccone per le sue dimensioni ridotte.
Anche la regina vuole vedere il “piccolo uomo” e lo spettacolo la diverte così tanto che lo acquista, permettendo a Glumdalclitch di continuare ad accudirlo. Gulliver resta nel palazzo reale per due anni, poi un giorno un’aquila lo solleva in aria lasciandolo poco dopo cadere in acqua. Sarà tratto in salvo da una nave che lo riporta in Inghilterra.
Ma già dopo una decina di giorni Gulliver decide di ripartire per un nuovo viaggio verso le Indie Orientali, anch’esso segnato dalla cattiva sorte. I pirati attaccano infatti la nave e Gulliver si ritrova solo su una canoa. Avvista un’isola volante e viene salvato dai suoi abitanti. Si tratta dell’isola di Laputa dove tutti si interessano di matematica e musica.
Gulliver visiterà anche la vicina isola di Balnibarbi, popolata solo da scienziati e filosofi. Sulla strada di ritorno per l’Inghilterra Gulliver visita la piccola isola di Glubbdubrib, il cui Governatore, un mago potente, evoca per lui personaggi famosi del passato, tra cui Alessandro Magno e Omero. Gulliver è molto deluso dai suoi eroi che si rivelano in realtà crudeli e disonesti. Da Glubbdubrib Gulliver passa a Luggnagg dove incontra gli Struldbruggs, un popolo di immortali.
Tra il terzo e il quarto viaggio resterà a casa per cinque mesi lasciando poi la moglie incinta per imbarcarsi nuovamente come comandante della nave Adventure.
Quando l’equipaggio si ammutina, Gulliver viene abbandonato nella terra degli Houyhnhnms, in cui i cavalli sono nobili, gentili e intelligenti e governano, mentre gli esseri umani sono i loro schiavi, in quanto sporchi e incapaci di comunicare con il linguaggio.
Quando Gulliver racconta loro le usanze inglesi, i cavalli non riescono a comprendere perché gli uomini combattano tra di loro e si facciano la guerra. Gulliver vorrebbe rimanere per sempre nella terra degli Houyhnhnms ma essi non glielo permettono perché è un umano. Gulliver ritorna a casa.
Riuscirà a riadattarsi al quotidiano della vita in Inghilterra e verrà accettato dai suoi connazionali ora che le esperienze vissute nei suoi viaggi lo hanno tanto cambiato?
ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ''I VIAGGI DI GULLIVER'':
Gulliver è un medico di bordo, tipico esempio del borghese inglese medio: è nato nel Nottinghamshire, ha studiato all’Emmanuel College, una scuola rispettabile ma non di prestigio. È onesto e si aspetta che gli altri lo siano altrettanto, ma è privo di immaginazione.
È accurato nelle sue descrizioni dei luoghi che visita, ma non sempre comprende appieno ciò che vede. È un audace avventuriero che visita vari mondi fantastici, ma è ben lontano dagli eroi classici e irraggiungibili a cui la tradizione ci ha abituato. Non è un codardo, anzi affronta le diverse situazioni stressanti a cui la sorte lo sottopone con coraggio ed autoironia, ma in lui non c’è nulla di aulico o di superumano.
Gulliver non esprime mai apertamente le proprie emozioni e i propri sentimenti, come altri eroi-viaggiatori: Omero o Enea per esempio.
Ma il suo viaggio non è necessario per assolvere alcuna importante missione. Né dimostra un particolare ingegno o una particolare furbizia durante le sue avventure: se riuscirà a scappare o a sottrarsi a situazioni incresciose sarà sempre per un improvviso capovolgimento della sorte, mai perché abbia usato dei trucchi o degli stratagemmi.
I Lillipuziani sono il primo popolo incontrato da Gulliver e quello descritto con maggior dovizia di informazioni realistiche: piccoli uomini di 6 pollici d’altezza, ma con un’elevata opinione di sé e una solida autostima. Pur essendo ospitali per rispetto delle convenzioni e dell’etichetta, sono generalmente arrivisti, invidiosi, gelosi, incapaci di gratitudine. Il loro ministro Flimnap è una parodia del ministro britannico Walpole.
Il successivo popolo dei giganti è moralmente più corretto, ma meno attraente fisicamente, se si eccettua la regina ed altro non è che una gigantografia, una rappresentazione sotto lente d’ingrandimento della classe contadina britannica, onesta nella propria semplicità.
Lord Munodi è l’unico personaggio degno di nota tra quelli incontrati nelle isole volanti, perché l’unico dotato di capacità critica e di giudizio. È fondamentale perché dimostra la possibilità per l’umanità di riuscire a dissentire anche in una società in cui a tutti è stato complessivamente fatto il lavaggio del cervello. Lord Munodi è un caso di intelligenza pragmatica in una società in cui i sudditi sono talmente concentrati su progetti utopici che cercano di estrarre semi di girasole dai cetrioli.
Ma non è un combattente e la sua è solo una resistenza passiva: ha desistito dal cercare di convincere i suoi concittadini a comprendere l’assurdità dei loro atteggiamenti. É un personaggio dotato di buon senso, ormai rassegnato alle delusione della vita e della politica. In quanto personaggio ai margini della società in cui vive, è simile a Gulliver, ma a differenza del protagonista è consapevole di questo isolamento e ne soffre.
Quando Gulliver descrive gli Houyhnhnms le sue parole sono estasiate. Ciò che li rende così eccezionali è il fatto di condurre una vita totalmente informata sulla razionalità: le loro leggi sono semplici, si comportano con costante rettitudine e parlano sempre in modo chiaro e diretto. Le loro vite non sono scosse da tentazioni di avidità e lussuria o affascinate dalla politica. MA proprio per questo non riescono a comprendere appieno il senso dell’umanità che possiede anche una componente animalesca innegabile e ineliminabile.
Don Pedro de Mendez è colui che riporta Gulliver a Lisbona dopo il suo ultimo viaggio e si dimostra con lui sempre particolarmente gentile fornendogli denaro e vestiti e non giudicandolo mai, nonostante l’atteggiamento apertamente ostile e misantropo ostentato dal protagonista. Pur essendo un personaggio minore, è la prova vivente della miopia relazionale di Gulliver.
Se solo il nostro viaggiatore fosse meno concentrato su se stesso si renderebbe conto che la nobiltà d’animo degli Houyhnhnms risiede anche nell’nimo di molti esseri umani e Don Pedro è sicuramente uno di questi. Pur essendo un personaggio minore, completa quindi il ritratto di Gulliver.
Swift è stato più volta accusato di misantropia e di misoginia e la ragione di quest’ultima critica è ben evidente se si pensa ai personaggi femminili del libro. La regina di Brobdingnag, pur se non delineata nei dettagli della personalità, è uno dei pochi personaggi femminili su cui l’autore si sofferma. Con lei Gulliver è sempre galante e prodigo di complimenti ed è forse l’unica donna tra i personaggi con cui riesca a instaurare un minimo di relazione interpersonale.
Persino la moglie di Gulliver è poco più di una comparsa, addirittura al ritorno dal quarto viaggio quando ci si aspetterebbe un incontro commovente. É menzionata solo brevemente all’inizio e alla fine della narrazione e Gulliver non pensa mai a lei durante i suoi viaggi.