
DATI ESSENZIALI:
- Titolo: “Biondo era e bello”.
- Titolo originale: "Biondo era e bello".
- Autore: Mario Tobino;
- Nazionalità Autore: Italiana;
- Data di Pubblicazione: 1974;
- Editore: Oscar Mondadori ;
- Genere: Biografie e autobiografie;
- Pagine: 173, LXXII p., brossura;
- Voto del Pubblico (IBS): 3,9 su 5.
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Recensione del Libro “Biondo era e bello” di Mario Tobino del 1974, genere Biografie e autobiografie. Evidenzieremo il riassunto del libro “Biondo era e bello” l’analisi dei personaggi, i luoghi d’ambientazione, la collocazione temporale, lo stile di scrittura ed il narratore. Infine analizzeremo le tematiche trattate nel libro “Biondo era e bello” con tanto di commento ed opinione del recensore articolista.
BIOGRAFIA DELL'AUTORE DEL LIBRO ''BIONDO ERA E BELLO'':
Mario Tobino nacque a Viareggio il 16 gennaio 1910, secondo di quattro figli in una famiglia borghese. Il padre era farmacista.
Studente ribelle e indisciplinato, manifestò però fin dal liceo una vera passione per Dante e Machiavelli. Nel 1934 uscì la sua prima raccolta di “Poesie”.
Nel 1936 si laureò in medicina a Pisa e, dopo aver assolto gli obblighi della leva militare, si specializzò a Bologna in Psichiatria e in Medicina Legale.
Nel 1939 pubblicò la sua seconda raccolta di poesie, “Amicizia”, composte mentre lavorava nell’Ospedale Psichiatrico di Ancona.
Durante la Seconda Guerra Mondiale combattè in Libia dal 1939 al 1942, ma poi dovette rientrare in patria a causa di una ferita che lo rese invalido.
L’esperienza della guerra venne narrata nel romanzo “Il deserto della Libia” del 1952 e nella raccolta di poesie “Veleno e amore” del 1942.
Tornato in patria, Tobino continuò però a combattere come partigiano e l’esperienza della Resistenza fu oggetto del romanzo “Il Clandestino”.
È nella narrativa, soprattutto in quella ambientata in ospedali psichiatrici, che lo scrittore viareggino dà le sue prove migliori: è il caso di “Le libere donne di Magliano” del 1953, “Per le antiche scale” del 1972, “Gli ultimi giorni di Magliano” del 1982.
Tobino riesce a filtrare le menti dissociate dei suoi pazienti attraverso la sua poetica e ce le fa apparire normali nella loro diversità e affascinanti.
Non si sposò mai, ma convisse per molti anni con la compagna fissa Paola Olivetti. Morì ad Agrigento l’11 dicembre 1991.
RIASSUNTO DEL LIBRO ''BIONDO ERA E BELLO'': 
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“Biondo era e bello” è un romanzo biografico che descrive la vita di Dante Alighieri dal momento della sua nascita a Firenze nel 1265 fino alla sua morte a Ravenna nel 1321.
Il titolo è tratto dal canto III del Purgatorio e si riferisce a Manfredi di Svezia, che, come il sommo poeta, combatteva contro la politica temporale del Papato.
Appartenente ad una famiglia borghese, Dante da giovane si innamora della giovane Beatrice. L’oggetto del suo amore però muore presto. Il poeta la descriverà come una sorta di “donna angelicata” del Dolce Stil Novo e ne canta le lodi ne “La Vita Nova” a cui Tobino dedica l’intero secondo capitolo.
Firenze negli anni della gioventù di Dante era lacerata da lotte interne tra i Guelfi e i Ghibellini, i Bianchi e i Neri. Dante milita tra i Guelfi Bianchi e, in seguito agli esiti della battaglia di Campaldino, viene costretto all’esilio.
Gli viene offerta ospitalità prima dagli Scaligeri di Verona, poi dai Malaspina in Lunigiana e presso entrambe le famiglie svolge incarichi politici e ambascerie, oltre a continuare a dedicarsi alla letteratura. Per esempio riesce a porre fine alle discordie tra i Malaspina e il vescovo di Luni, grazie alla sua notevole eloquenza.
Negli stessi anni comincia a comporre la “Commedia” e si reca a Parigi. Qui gli giunge notizia dell’intenzione di Arrigo VII di scendere in Italia per porre fine alle lotte tra fazioni e Dante spera di poter rientrare dall’esilio. L’imperatore purtroppo riesce a pacificare molte città, ma non Firenze.
Dante infatti non rientrerà mai in patria. Gliene viene concessa la possibilità nel 1315, ma avrebbe dovuto recarsi alla prigione di San Giovanni come un penitente, con una candela in mano e non riesce ad accettare questa condizione così umiliante.
Da quel momento tra alterne vicende storiche, Dante decide di stabilirsi definitivamente a Ravenna e qui completa la “Commedia”.
Insignito dell’incarico di ambasciatore per negoziare la pace con Venezia, si ammala di malaria durante il viaggio verso la città lagunare e viene rimandato a Ravenna dove muore la notte tra il 14 e il 15 settembre 1321.
ANALISI DEI PERSONAGGI DEL LIBRO ''BIONDO ERA E BELLO'': 
Dante Alighieri è chiaramente il protagonista del romanzo. Orfano di madre, vive con il padre inaffettivo che si occupa solo dei suoi affari. L’unica persona che si occupa di lui è la sorella maggiore.
È un conversatore eloquente, dotto in molte discipline dall’astronomia al disegno, con una vita interiore intensa. Per queste caratteristiche in gioventù è ricercato dai rampolli delle più ricche casate e insieme a loro si reca spesso a far baldoria.
È un vero amatore e spesso si rinchiude nella sua camera a delirare d’amore: da giovane aveva composto un sirventese dove elencava le sessanta donne più belle di Firenze e “per nominare le donne veramente belle di una città ci vuole uno che ci si sia dedicato…” .
Poi, “abbandonati i trastulli giovanili”, entra in politica. Spera in uno stato ideale e coltiva un sogno di libertà e giustizia, che lo distraggono dalla bassezza delle vicende politiche contemporanee. È un oratore eccellente e i suoi comizi sono sempre affollatissimi. In tutta innocenza, vuole le giustizia per la sua città, ma la politica è irta di esacerbazioni e se ne accorgerà presto a sue spese.
- Nella prima parte del romanzo spicca tra i personaggi, il poeta Guido Cavalcanti, 5 anni più grande di Dante. Di bell’aspetto, proviene da una nobile e ricca famiglia e per questo viene invitato ad ogni riunione ed è molto adulato. Dante l’ammira molto e non osa avvicinarlo; poi riesce a conoscerlo in gioventù grazie ai suoi versi.
Guido è comunque per tutto il libro un personaggio altezzoso, a cui addirittura l’alterigia aggiunge fascino. L’amicizia tra i due poeti è profonda e la loro sorte comune: entrambi verranno esiliati per ragioni politiche e Cavalcanti morirà nel 1300 di malaria come avverrà più tardi per Dante.
- La moglie di Dante, Gemma Donati, viene liquidata velocemente con poche frasi. È una donna ordinaria, come ce ne sono tante, che non comprende la grandezza del marito. Il loro è stato un matrimonio combinato.
- C’è poi il nemico storico di Dante, Corso Donati, un uomo che dedica tutta la vita alla guerra, l’artefice della battaglia di Campaldino, che porterà all’esilio di Dante.
“Più che la vittoria ama l’azione per conquistarla. Non trova gusto a cullarsi su un’opera raggiunta, a soffermarcisi, a compiacersene. Ne fantastica un’altra. Schietto figlio del suo tempo, e già con barbagli del futuro.
È letterato, scintillante conversatore, curioso di scienza, derisore di santi, beffardo sulla giustizia; ama il fasto, avere intorno la propria Corte. I denari non gli bastano mai.
Ogni giorno soprusi, ribalderie e uccisioni; più che crudele in se stesso, giudica la vita una crudeltà. La sua famiglia è nobile e antica, ma non ricca; e questo sarà sempre il suo cruccio.”
- C’è poi papa Bonifacio VIII. Come Corso Donati ha occhi da uccello da preda. Entrambi sono avidi di ciò che è terreno. Considera “le parole di giustizia, fede e carità, bacchime per i creduloni.”.
È un uomo altissimo, “il volto deciso, un avido, che non si leva mai la fame….implacabile nemico della famiglia dei Colonna, che sogna di ridurre sul lastrico, di sterminare…..il suo piacere è la sua legge……libidine senza ostacoli.”. Ha delle debolezze: è infatti superstizioso.
- Infine c’è Can Grande della Scala. Quando Dante arriva a Verona, Cane è giovanissimo, coraggioso, avido di avventure, instancabile in battaglia e desideroso di tutto conoscere.
LUOGHI D'AMBIENTAZIONE DEL LIBRO ''BIONDO ERA E BELLO'': 
Ogni città in cui Dante ha vissuto nel corso della sua vita è percepita e descritta dall’autore soprattutto per la sua atmosfera e per l’impatto che avrà sul Sommo vate.
La prima parte del romanzo è ambientata a Firenze, una città commercialmente dinamica, ma lacerata da conflitti tra diverse fazioni: Guelfi e Ghibellini, Guelfi Bianchi e Guelfi Neri. Tobino dice
“Non c’era miele a Firenze ai tempi di Dante, ogni giorno scoccavano faville……i lutti si sommavano, si intricavani, i nomi di Guelfi e Ghibellini, di Bianchi e Neri non bastavano a spiegare la selva delle violenze, forse migliore spiegazione è la superbia, l’invidia, la voluttà di contemplare l’agonia del nemico, e il concetto che la vita è guerra”
All’opposto c’è Verona:
“..il nido, la dolce speranza. …… La corte degli Scaligeri è magnifica per liberalità; quanto differente dall’odio fiorentino che sbatte da finestra a finestra per ogni via.
Qui una sola famiglia a comandare, i nobili uniti. Letizia per le strade, il popolo allegro per il buon governo e per le feste; orgoglioso anche dell’onore militare degli Scaligeri.
Nella Corte ci sono biblioteche. E vi si possono fare i più svariati incontri: insieme vivono inglesi, francesi, fiamminghi e tedeschi. Vi sono accolti i profughi….gli esiliati, e uomini dotti di tutto il mondo, gli spiriti irrequieti e bizzarri…
Ma c’ è anche un che di temerario. Una corte che ospita le nuove anime del Rinascimento e conserva la violenza religiosa – rosario e pugnale- del Medioevo……
E delicatezza di quei signori! Non aspettano che (Dante) chieda, indovinano ciò che abbisogna”.”
Siamo quindi di fronte a descrizione connotative che denotative.
Non si parla di luoghi celebri. L’unico elemento paesaggistico è il fiume principale: l’Adige a Verona di cui non è citato neppure il nome, ma che diventa fondamentale perché assomiglia all’Arno e suscita la nostalgia di Dante.
TEMPO (COLLOCAZIONE TEMPORALE) DEL LIBRO ''BIONDO ERA E BELLO'': 
La narrazione percorre la vita di Dante Alighieri dalla sua nascita a Firenze nel 1265 alla sua morte a Ravenna nel 1321. È la cosiddetta Età dei Comuni.